Rispetto, un valore spesso trascurato dall’intera umanità

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Violenze in famiglia

Con troppa frequenza, all’indignazione di ognuno di noi segue il voltare lo sguardo dall’altra parte

di Fabio Iuorio

A volte vediamo immagini forti che colpiscono le donne, tutti aspetti che producono la cattiva educazione di un mondo privo di morale. Ci scandalizziamo, ma pochi secondi dopo riprendiamo ad essere quello che siamo: indifferenti. In alcuni casi propagandiamo lo sdegno, ma poi sistematicamente giriamo lo sguardo dall’altra parte, quando c’è da intervenire sul serio.

Un pensiero importante va oggi al riconoscimento, nel processo di primo grado, della colpevolezza di Mario Perrotta, fidanzato della compianta Arianna Flagiello, reo di maltrattamenti e istigazione al suicidio, condannato a 22 anni di reclusione. Arianna, esasperata da continui maltrattamenti, si suicida, lanciandosi giù da un quarto piano, il 19 agosto del 2015. Alcuni anni prima i due giovani avevano deciso di vivere insieme, lei lavorava in una casa editrice mentre lui era disoccupato: i litigi avvenivano spesso per motivi economici, violenze morali perpetrate nei confronti della ragazza che avevano trasformato un idillio d’amore in vero inferno. Pochi giorni fa a Napoli, in occasione del suo compleanno, è stata intitolata una panchina rossa a piazza Immacolata, simbolo contro la violenza sulle donne voluta dalla sua stessa famiglia.

La violenza psicologica adottata contro Arianna così come contro altre donne in Italia e nel mondo vittime di questi abusi, è sintomo di meschinità, è formata da una serie di atteggiamenti subdoli volti a turbare la serenità di una persona, subirla può comportare danni rilevanti: nella maggioranza dei casi la questo genere di violenza porta stati d’ansia, depressione, forte agitazione e rabbia repressa. In genere le donne vittime di violenza psicologica subiscono possessività dal loro partner, e spesso vengono denigrate, umiliate, fatte sentire come esseri inferiori: spesso tantissimi uomini passano poi dalla violenza psicologica a quella fisica, arrivando addirittura ad uccidere la propria vittima. C’è chi urla e picchia, ma spesso il carnefice non alza la voce e neanche le mani, parla ma dice cose che feriscono l’anima più delle botte, può disorientare la sua vittima affermando cose che la feriscono con l’alibi di aver scherzato, confondendola sempre di più sulle contraddizioni dette. D’altra parte per la vittima è difficile pensare che la persona amata sia cattiva, spesso pensa di poter guarire tali ferite con l’amore, si fida nonostante veda cose che non vanno, sentendosi facilmente in colpa e illudendosi di cambiare il proprio partner esclusivamente con la forza dell’amore.

Gli uomini carnefici perdono il senso del rispetto. Si dovrebbe insegnare ai giovani, ma tutto sommato a tutti, che il vero valore che va ripristinato, che oggi manca del tutto, è il rispetto. Ecco, questo è quello che manca al mondo intero, il rispetto per l’essere umano. Rispetto significa usare la vita per proteggere tutto quello che abbiamo e ci viene donato alla nascita. Rispetto vuol dire dare una mano a chi soffre, rispetto significa dare la libertà ad ogni essere umano. Rispetto è tutto quello che ci serve per vivere. Incominciamo a insegnare il valore del rispetto, la lotta alla violenza contro le donne ha bisogno anche degli uomini che possono testimoniare dal punto di vista maschile una visione del rispetto e della parità tra i sessi.