Ritornano i 99 Posse con Curre curre guagliò 2.0

Arriva curre curre guaglio 2.0 vent'anni dopo. Le telecamere di Road Tv Italia sono andate a raccogliere le impressioni del frontman del gruppo, Luca "O' Zulu" Persico, nel giorno della presentazione ufficiale del disco alla Feltrinelli

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Due-cinque-tre-due-zero-uno-quattro, un giorno come tanti ma non certo per qualcuno. Questo qualcuno sono i 99 Posse. 20 anni dopo l’uscita del loro disco d’esordio arriva “Curre curre guagliò 2.0”. Un disco completamente riarrangiato e con tantissimi ospiti che vanno dai Sangue Mostro, a J.Ax, passando per Caparezza, Enzo Avitabile, Samuel dei Subsonica e Pau dei Negrita. Le telecamere di  Road Tv Italia sono andate a raccogliere le impressioni del frontman del gruppo,  Luca “O’ Zulu” Persico, nel giorno della presentazione ufficiale del disco alla Feltrinelli.

Dopo 20 anni i 99 Posse ancora in prima linea con la musica, che cosa è cambiato in questi anni?

“Sicuramente l’età, i capelli bianchi, la prostata”, scherza O’Zulu, ma poi subito si rifà serio. “Purtroppo molte cose sono rimaste uguali; ad esempio chi era emarginato è rimasto emarginato. Non abbiamo fatto la rivoluzione. Noi siamo rimasti sempre sulle nostre posizioni ideologiche, continuiamo a fare quello che facevamo 20 anni fa”.

Curre curre guagliò la dedicasti alle 3 persone al giorno che smettono di correre, oggi questo numero è maggiore o minore rispetto a 20 anni fa?

“A correre oggi sono sicuramente molti di più rispetto agli anni 90′, più che altro perché sono costretti a correre. La crisi sta ingrossando la schiera di gente che è scontenta della situazione attuale”.

Parliamo del disco, precisamente della collaborazione con Caparezza. Attualmente è uno dei pochi che parla di problemi sociali in maniera forte, uno dei più vicini al vostro stile.

Caparezza è sicuramente quello più vicino a noi, oltre ad essere uno che si è saputo rapportare bene al  successo, infatti è rimasto chi era, senza presunzione o altro. Comunque tutti gli artisti presenti nel disco hanno in comune una certa avversione nei confronti del music business, tutti noi abbiamo sempre cercato un modo molto personale di starci dentro. Un’altra caratteristica che li accomuna tutti è proprio il disco Curre curre guagliò, che per tutti ha significato qualcosa”.

Per quanto riguarda la promozione del disco, come mai la scelta dell’in-store?

“Diciamo che non è stata una scelta, ma è capitato, probabilmente per la casa discografica questo tipo di promozione serve per stimolare un rapporto con chi i dischi li deve ordinare e vendere. Per quanto riguarda noi invece ci fa piacere che il disco si venda, anche perché tutto il ricavato andrà devoluto per finanziare la costruzione di un asilo nella striscia di Gaza”.

Dopo l’uscita del disco ci sarà anche un tour?

Certo che ci sarà, già ad aprile abbiamo circa 12-13 date e ne stiamo chiudendo ancora altre, a metà maggio ci fermeremo, per poi ripartire agli inizi di giugno con il tour estivo, dove aggiungeremo anche il batterista che invece non sarà presente nel tour invernale”.

Dopo 20 anni non siete ancora stanchi di lottare?

“Se tu vedi lo schifo che c’è in Parlamento, ti viene solo voglia di espatriare, anche se prima di espatriare bisogna sempre vedere gli altri parlamenti. Il problema reale è il modello di sviluppo, però basta guardarsi intorno, cercare altre persone che non si sentono rappresentate dalla classe politica, hai l’opportunità di fare movimento, e facendo movimento puoi cambiare le cose subito. Noi abbiamo sempre cercato di interessarci alla politica di tutti i giorni, non alla politica di palazzo”.

Per 5 anni, dal 2004 al 2009 vi siete sciolti. Quanto è servita questa pausa per ripartire?

“La pausa è stata fondamentale perché eravamo arrivati ad un livello in cui non c’era più comunicazione. Ognuno di noi comunque ha continuato a suonare e a seguire i propri progetti personali. Sicuramente questi anni trascorsi ci hanno fatto bene per permetterci poi ritrovare e ripartire con nuove idee e nuova voglia”.