Rivolta nel carcere minorile di Airola nel beneventano. “La situazione è molto grave” denuncia Donato Capece, segretario generale del Sappe, sindacato autonomo di Polizia penitenziaria. “Ci arrivano segnali allarmanti di una crescente tensione, con i detenuti che dopo aver sfasciato interamente una sezione dell’istituto penale per minorenni” , hanno continuato, aggiunge “per ore a minacciare gli agenti di Polizia penitenziaria in servizio nelle sezioni detentive con ipiedi di legno dei tavoli e manici di scope, dopo averne feriti tre“.
Rivolta nel carcere minorile di Airola: “Non è stata causata dalla mancanza di sigarette”
“Avevamo detto che era un errore l’innalzamento dell’età dei presenti nelle carceri minorili, dove oggi possono starvi anche donne e uomini di 25 anni” sottolinea il segretario del Sappe, definendo la “decisione politica incomprensibile“. All’Adnkronos Donato Capece smentisce poi che dietro la rivolta ci sia il mancato rifornimento di tabacco. “La rivolta a Benevento causata dalla mancanza di sigarette? Ma quando mai!” dice. “All’origine dei disordini c’è stata una guerriglia interna tra i detenuti dai 21 anni in su, che hanno portato dietro le sbarre quelle che sono le rivalità tra i clan esistenti all’esterno”.
Rivolta nel carcere minorile di Airola: la polizia penitenziaria ferma la rivolta
La rivolta è stata sedata dopo un paio d’ore grazie all’intervento di una trentina di agenti di polizia penitenziaria provenienti anche da Nisida, dal carcere di Benevento e dal centro di prima accoglienza di Napoli. Secondo quanto riferito da fonti qualificate, nessun detenuto è rimasto ferito. A promuovere la rivolta sarebbero stati alcuni detenuti maggiorenni che gravitano nell’orbita di clan camorristici napoletani e che nella protesta avrebbero coinvolto gli altri giovani detenuti. I danni provocati dalla rivolta ammontano ad oltre 30 mila euro. Sono stati rotti televisori, termosifoni, suppellettili e tubature ed è stata sfondata una parete divisoria tra due celle utilizzando alcune brande.