Di seguito vi lasciamo al duro posto scritto su Facebook contro Matteo Renzi, in visita a Scampia, dalla scrittore napoletano Roberto Saviano. Qui il link al post!
“Nel giorno in cui Matteo Renzi va in visita a Napoli, vengono arrestate 45 persone affiliate al clan Elia, attivo nel centro storico, nel Pallonetto a Santa Lucia, a Piazza del Plebiscito, a Borgo Marinari, a via Caracciolo, ovvero il lungomare liberato dalle auto e occupato dalla camorra. Nel salotto buono della città i bambini confezionano dosi di coca e a 13 anni gestiscono da soli, di notte, piazze di spaccio.
Raccontare questo per Renzi, quando era Presidente del Consiglio, significava essere gufi, perché quando si è Potere il racconto deve essere positivo, deve essere il racconto del cambiamento, in meglio. È quando si è fuori dai giochi che serve dire che “le cose non vanno, ma ci sono qui io per migliorarle”.
Renzi ha incontrato solo ieri Paolo Siani, fratello di Giancarlo, il giornalista del Mattino, l’abusivo del Mattino, ucciso a
26 anni nel 1985 per aver scritto. A Giancarlo dicevano che doveva smetterla, che era ossessionato, che diffamava.
Renzi è stato per 1000 giorni presidente del consiglio, avrebbe dovuto dare attenzione a quella parte del Sud molto prima e con ascolto sincero, invece al tempo era De Luca il suo referente in Campania e i voti dovevano essere procacciati a suon di insulti e fritture di pesce. Al tempo dell’elezione del Sindaco di Napoli, Matteo Renzi neanche si preoccupava che a nome della sua parte politica parlasse il cosentiniano Vincenzo D’Anna. Ora il Segretario del PD si dice colpito dal “coraggio dell’anticamorra”, come se fosse appena sbarcato da Marte: sono trent’anni che si lotta, sono trent’anni che si muore.
Non è più il tempo (in verità non lo è mai stato) di apparizioni politiche fugaci, delle consuete foto ricordo, di parole vuote e inconsistenti (inorridisco al pensiero di cosa sia davvero il presunto investimento di Apple al Sud, un investimento che in realtà è della Regione Campania e in cui l’azienda di Cupertino investe meno di 100mila euro all’anno per una manciata di borse di studio). Il tempo degli spot è finito”.
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