“Il libro una volta scritto non è più tuo, è del lettore. Tu puoi dominare la parola mentre scrivi, ma una volta scritta, è lei che domina te“, una lezione questa che Roberto Saviano ha appreso sulla sua pelle con “Gomorra“, di cui dice, a 10 anni dalla pubblicazione “avrei voluto strappare il libro, non vederlo mai più“.
Davanti alla platea del Salone del Libro di Torino, Saviano ha precisato: “Ora difendo ‘Gomorra’, ma quando mi si chiedeva: ‘Lo rifaresti?’ so di non aver dato una risposta coraggiosa. Tornando indietro, potendo scegliere, sarei più prudente. E’ andata come è andata“. Lo scrittore comunque ha detto che per lui “la protezione del lettore è stata vitale“.
Saviano che a Torino a duettato con a Marco d’Amore, il Ciro di ‘Gomorra’ la serie in onda su Sky, si è detto convinto che la lettura sia uno strumento potente. “Sono convinto che leggere, condividere e informarsi ancora oggi significa schiuderci e questa è la cosa più pericolosa che possiamo fare” ha concluso.
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