Brucia, la terra brucia. Visto il periodo particolarmente torrido si potrebbe pensare che l’argomento di questa mia riflessione sia il caldo forte di questi giorni, ma non è propriamente così. Parlo di ben altro, la terra brucia non per l’arsura, non per l’afa, ma per rifiuti tossici. Dove? Ahimè, come tristemente noto, a Giugliano (Na).
Un ennesimo rogo tossico è stato appiccato proprio ieri al campo rom abusivo di via Carrafiello. Una colonna di fumo nero è alta in cielo ed è visibile da diversi km.
Una notizia che ormai non fa più scalpore per gli abitanti delle zone limitrofe, ormai i roghi ci sono un giorno sì e l’altro pure…
Mi duole dire che, dopo anni e anni di promesse sul risanamento del territorio, nulla è cambiato. Quello che si è scoperto fino ad oggi è ciò che in realtà si sa già, basta andare a visitare il posto, ovvero che in questo territorio è stata posta in essere un’attività illegale di sversamento di rifiuti urbani e speciali, in gran parte tossici, da parte della camorra e di chi ne alimenta l’attività illecita, anche tra normalissimi “civili”.
Parlo alle persone che abitano nell’hinterland napoletano, ma non solo: vi siete mai chiesti che fine fanno i vecchi elettrodomestici da smaltire, l’olio esausto delle nostre automobili e/o pezzi della nostra stessa auto sostituiti? Beh, io una “vaga” idea me la sono fatta, e a quanto pare i fatti mi danno ragione: guarda caso, facendo un “tour” nelle zone incriminate della cosiddetta terra dei fuochi, troviamo lungo ciò che era un tempo la terra felix un vero cimitero di rifiuti speciali! Frigoriferi, lavatrici, pneumatici di auto e camion, batterie di auto! E chi li porta proprio in quei posti se non magari normalissimi civili?
Ecco, ora si è trovato a quanto pare un riciclo di rifiuti alternativo: quale? Beh, semplice, pagare gli abitanti Rom del posto con pochi spiccioli per provvedere abusivamente allo smaltimento. Conclusione? Roghi, sempre roghi, fortissimamente roghi!
L’incendio dei rifiuti continua a intossicare l’aria di Giugliano e dei comuni limitrofi ormai quotidianamente, intensificandosi soprattutto con l’arrivo della stagione estiva, seppur continua ad esserci magari silenziosamente ma anche in inverno.
Tantissime sono le famiglie ormai condannate a vivere in una terra devastata da rifiuti tossici che ormai sono ovunque, e quindi anche negli alimenti. In queste zone l’aria ormai è calda, maleodorante, un luogo spettrale, e ogni giorno di più, ecco il motivo per cui l’appellativo terra dei fuochi non rende proprio l’idea della gravità della situazione.
Numerose sono le malattie derivanti dalla terra dei fuochi, dal respiro di aria tossica e veleni. Tumori infantili, asma e molto altro. Mi soffermo anche su alcuni aspetti inquietanti e in particolar modo sui fattori genetici ad esempio, sul rischio fertilità nei giovani, l’Alzheimer e l’autismo.
Varie sono state nel tempo le proposte per salvare la terra dei fuochi ma a quanto pare c’è poco interesse a volerlo fare: le Istituzioni locali fanno quel possono, con i pochi mezzi e uomini a disposizione, e posso dire che tanti sono stati gli appelli fatti proprio da chi governa il posto verso i vari Governi Nazionali che si sono succeduti nel tempo: ma a conti fatti solo chiacchiere sono state poi messe in atto, solo visite istituzionali di rappresentanti di governo con tanto di foto e/o video postati sui vari social a “dimostrazione” della presenza dello Stato. Ma nei fatti fatti cosa è cambiato? Nulla! Quanti ammalati e morti invece si sono verificate? Tantissime!
Ogni giorno si vede in televisione o si legge sui giornali che i cittadini chiedano a gran voce la bonifica delle discariche illegali e anche un intervento dell’esercito per bloccare il diffondersi dei roghi ma purtroppo le nostre, sembrano voci di muti, che cercano di gridare ma non venendo mai sentite.
Stato dove sei?