L’uomo, 38 anni, si sarebbe contraddetto nel corso di un interrogatorio di confronto con un suo collega, al punto da attirare l’attenzione degli inquirenti, che ora sospettano di lui. Per questo il vigilantes è stato iscritto nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Procura di Napoli sul rogo doloso che il 4 marzo 2013 ha devastato Città della Scienza.
L’iscrizione di P.C. nel registro degli indagati sarebbe avvenuta tempo fa ma è stata resa nota solo oggi in ambienti giudiziari in seguito al blitz in Regione effettuato per indagare sulla gestione dei fondi che la Fondazione Idis, che gestisce la struttura, ha ricevuto dalla Regione Campania. Gli inquirenti sospettano che l’uomo non abbia svolto a dovere la sua attività di vigilanza durante quella drammatica notte, permettendo quindi (non si sa ancora se intenzionalmente o per una pura coincidenza) agli incendiari di agire indisturbati e appiccare il fuoco che ha distrutto il polo museale di via Coroglio.
Ancora misteriose le ragioni che si celano dietro al rogo di origine dolosa, ma gli inquirenti stanno battendo la pista di una convergenza tra movente interno e possibili pressioni malavitose.
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