Russell Crowe: “La cosa più importante sono le passioni, coltivate ogni interesse”

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Russell Crowe, a Roma in occasione del premio alla carriera per i 20 anni di Alice nella città, conquista il pubblico parlando di arte, passioni, cinema e musica

Più che un incontro una stand up comedy, quasi un’ora e mezzo a passare il microfono in platea e a rispondere alle domande. ‘Russell Crowe show’ a Roma in occasione del premio alla carriera per i 20 anni di Alice nella città, dopo i fasti al Campidoglio e prima della presentazione del nuovo film Poker Face.

Il Gladiatore arriva puntuale, trova l’Auditorium di Via della Conciliazione sold out e decide subito di rompere ogni regola. “Sarò tra la folla e darò la parola solo ai giovani, agli studenti di cinema, non voglio commentare le clip sui film della mia carriera o sentire domande dei giornalisti su cosa mangio a colazione” e subito conquista la folla.

Su e giù per la sala chiedendo in italiano il nome dei ragazzi e poi la lunga performance, voce profonda, suadente, parlata affabulatoria, tutti rapiti ad ascoltarlo. L’incontro con Russell Crowe si trasforma nella lezione di un saggio ai giovani che vogliono lavorare nel cinema.

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“Ho 58 anni, sono invecchiato posso dire quello che penso, voi potete chiedermi quello che volete. Ho cominciato a recitare a 6 anni. Mia madre faceva il catering sui set. Un giorno vado a trovarla e mi ha offerto volontario in una serie tv dove non avevamo sufficienti bambini per le riprese. Così è cominciato un viaggio che continua ancora oggi. Tutto quello che so l’ho imparato sul lavoro, non ho mai fatto scuola di recitazione.

Volete sapere da ragazzo cosa facevo ogni giorno pur di restare agganciato a quel mondo? Lavoravo nei nightclub come dj, facevo centinaia di recite nei teatri, a volte facevo cocktail nei bar, sappiate che sono un fottutissimo bravo cameriere. In qualche modo cercavo di restare in pista, ero ossessionato dalla performance. Questo sono io, altro che quella merda di Hollywood. Quando ho fatto il primo film a 25 anni avevo già fatto 2mila performance dal vivo. Cosa significa questo? Non sono un bambino prodigio ma un bambino comparsa, insegui i tuoi sogni e non mollarli mai, le cose impossibili sono possibili. Non lasciate – ha detto Russell Crowe ai tantissimi ragazzi – che ci sia qualcuno a dirvi che il vostro sogno non vale”.

Scrivere canzoni, ha raccontato Russell Crowe, “è una mia grande passione ma non mi paga le bollette, come pure non me le pagano le performance a teatro. La prossima volta torno a Roma con la band e faccio un concerto. Una cosa voglio dirvi: dicono che devi concentrarti su una cosa sola, un solo settore, non ascoltateli, sono stronzate. La cosa più importante sono le passioni, ci sono persone fortunate che conoscono le proprie ma ci sono tanti che non sanno cosa fare. Coltivate ogni interesse, non sprecate la fortuna di averne”.

Russell Crowe ha parlato anche dell’ego di ogni attore: “Serve, aiuta a proteggerti. Questo è un lavoro fatto di alti e bassi, delusioni, devi essere pronto a sapere che ci sono momenti belli e il giorno dopo sei ad affogare in una pozzanghera. Io coltivo il mio ego così: cerco sempre qualcosa di speciale, voglio essere l’unico non l’ennesimo che fa Shakespeare. La cosa migliore del mio lavoro è anche la peggiore: ogni lavoro finisce e devi accettarlo”.

Russell Crowe ha parlato del rapporto non sempre facile con Ridley Scott, “ma un attore è un burattino della visione di un regista, devi avere ribellione e autocontrollo al tempo stesso, durante il Gladiatore mi è servito spesso”.

Ha parlato delle sfide sul set di Beautiful Mind, di Cindarella Man, Russell Crowe. Di scene difficili che lo hanno fatto impazzire, come anche nell’ultimo film su l’esorcista in cui interpreta padre Gabriele Amorth. E’ stato divertente quando una ragazza ha detto come può fare ad emergere una giovane che come lei viene da un paesino della Sicilia.

“Sono nato nel 1964 a Wellington, in Nuova Zelanda, sono nato outsider, non ricordo neanche se avevo la tv in casa, ma i sogni sono nutrimento e ad un certo punto scopri che li stai realizzando, è una sfida continua e io ho capito che mi piace il cinema a prescindere, non per forza da protagonista, io amo i dialoghi, mi innamoro delle battute e questo ora mi basta”.