Così come nel 59 d.c. a Pompei, oggi la storia si ripete a Salerno. Naturalmente i fatti sono ben diversi ma negli stessi ho ritrovato un ripetersi della storia.
Oggi l’Arechi allora l’Anfiteatro pompeiano; elemento in comune i nocerini, oggi protagonisti di fatti incresciosi, ieri vittime.
Osservando i fatti accaduti oggi la mia memoria mi ha riportato ad un affresco presente negli scavi di Pompei in una casa, detta Casa della Rissa nell’Anfiteatro (non poteva essere altrimenti ndr), in cui veniva descritta una mega zuffa verificatasi nello stadium della città tra i pompeiani e, guarda caso, i nocerini. Una zuffa tramutatasi in un vera e propria battaglia con numerosi morti.
“A quel tempo una causa futile provocò una atroce massacro tra i coloni di Pompei e di Nocera durante un combattimento gladiatorio offerto da Livineio Regolo….. Dapprima i cittadini a turno s’insolentirono continuamente, poi scagliarono i sassi e infine ricorsero alle armi, prevalendo la gente di Pompei, presso cui si svolgeva lo spettacolo. Pertanto molti nocerini furono riportati in città col corpo mutilato dalle ferite, e in tanti piangevano la morte dei figli o dei genitori”, questa è parte della scritta presente nella casa pompeiana.
Oggi l’interdizione, da parte della prefettura, per i tifosi nocerini a partecipare alla trasferta salernitana ha determinato l’ira ingiustificata di questi presunti supporter di Nuceria Alfaterna. Vere e proprie minacce (si parla di minacce di morte) alla squadra hanno creato le condizioni di quanto si è verificato a Salerno. I giocatori, impauriti, hanno inscenato una vera e proprio farsa, da condannare a detta del sottoscritto e della maggior parte della stampa. Tale situazione andava gestita diversamente denunciando i fatti così come verificatosi e con la consequenziale difesa dei giocatori, lasciati soli, abbandonati e minacciati.
L’indagine delle cause di tale rissa tramutasi in tragedia fu affidata a Nerone, che portò ad un’interdizione decennale dello stesso anfiteatro; “Riferita la relazione ai senatori, furono vietate ufficialmente queste riunioni per dieci anni e le associazioni, che avevano operato contro la legge, furono sciolte; Livineio e gli altri autori della sedizione furono condannati all’esilio.” Per le indagini odierne direi di prendere qualche spunto da questi antichi provvedimenti.
Nella Casa dei Dioscuri, proviene, invece, un graffito che fa riferimento all’accaduto: Campani Victoria una cum nucerinis peristis; O Campani, siete morti insieme ai Nocerini in quella vittoria. Oggi il calcio ha perso e se non è morto e sempre più in fin di vita