Salvatore Renna: parla la vedova dell’operaio morto nel cantiere del metrò Municipio

0
469
Salvatore Renna: parla la vedova dell'operaio morto nel cantiere del metrò Municipio

Salvatore Renna è morto il 20 settembre 2014. mentre collocava un diaframma sopra un pozzo, perse l’equilibrio e precipitò. Teresa Avola ha 43 anni ed è la vedova di Salvatore Renna, morto a 41 anni quando lavorava da due giorni nel cantiere della stazione della linea 1 della metropolitana Municipio dopo un lungo periodo di disoccupazione da manovale.“Si sono dimenticati di noi. Salvatore è morto e nessuno lo farà tornare. L’ha ucciso il lavoro, ma io voglio lavorare proprio per dare un esempio positivo alle mie figlie”.

 

Salvatore Renna: Giovanni Sannino accusa

Nessuno – racconta il segretario generale regionale della Fillea Cgil, Giovanni Sanninosembrava conoscere quell’operaio. Era sabato pomeriggio, il cantiere era semideserto in un giorno in cui di solito non si lavora”. Nessuno lo aveva mai visto perché Renna lavorava al nero. Le polemiche tornarono quando ai funerali, celebrati con il lutto cittadino del Comune di Boscoreale, di dove l’operaio era originario e dove viveva con la famiglia, le istituzioni non si presentarono. Quasi un anno è trascorso e all’inaugurazione della stazione il sindaco Luigi de Magistris ha ricordato la “morte bianca” di quel cantiere: “Una testimonianza di sensibilità che va apprezzata e sottolineata”, scrive in una lettera aperta Sannino, “Ma Renna non è vittima della fatalità, nell’indifferenza e complicità del consorzio, del concessionario Metropolitana di Napoli e dello stesso committente Comune di Napoli”.

 

Salvatore Renna: arrivano le parole della moglie Teresa Avola

Otto mesi fa mi è caduto il mondo addosso – racconta la vedova dell’operaio – Un duro colpo anche dare la notizia alle mie gemelle tredicenni che ancora oggi non si convincono di non sentire più in casa la voce del loro papà”. Ciò che è più grave è che non sono giunti aiuti per la vedova di Salvatore Renna. “Venne l’assessore Panini a farci le condoglianze – prosegue Teresa – ma poi più nulla, non ci è arrivato alcun indennizzo, solo da aprile scorso quello che ci corrisponde l’Inail: Salvatore aveva lavorato fino a sette anni prima con una ditta edile di Capri che poi lo aveva licenziato insieme agli altri. Le bambine hanno ricevuto una borsa di studio dal Comune di Boscoreale, ma il fondo non è stato rinnovato. La famiglia di mio marito ha iniziato una causa, ma non sarà quella che lo farà ritornare da noi”. Teresa Avola, che cerca di restare a galla lavorando a ore, ha ricevuto promesse e parole, ma i fatti ancora non si sono presentati.

A Boscoreale dovrebbe aprirsi un asilo e mi hanno detto che avrei potuto lavorare lì. Ma è quasi un anno che aspetto”. Dolore che non scompare e che ritorna a galla nel giorno dell’inaugurazione della stazione Municipio. “Non eravamo mai stati nel posto dove Salvatore è morto – spiega Teresa –  In quelle 48 ore in cui era tornato in un cantiere, dopo aver perso il lavoro fisso e regolare che aveva a Capri, ci era sembrato che si aprisse uno spiraglio. Lo avevano chiamato dei conoscenti, presentandolo a delle persone: aveva già preparato le fotocopie dei documenti, ma il destino è stato peggiore”.

 

Salvatore Renna: il segretario della Fillea Cgil Campania sui caduti sul lavoro

Il segretario generale della Fillea Cgil Campania accusa: “Salvatore Renna appartiene al lungo elenco dei caduti sul lavoro, una delle tante vittime della violazione delle regole e delle norme sulla sicurezza da parte di un sistema di impresa che si ostina a scaricare sul lavoro i costi di una competizione al ribasso per stare sul cosiddetto mercato, di una committenza pubblica che pensa di stare in regola solo aprendo qualche cantiere risparmiando un po’ di soldi con il massimo ribasso e lasciando il resto agli ‘spiriti liberi’ di appaltatori e subappaltatori, che ricorrono al nero e alla cresta sui dispositivi di sicurezza. La famiglia Renna è rimasta senza reddito e nulla è stato fatto per alleviare le sue sofferenze. Oltre al contributo dato dal sistema degli enti bilaterali del settore non c’è stato altro”.