Di recente pubblicazione “Salvatore scomparso” è il romanzo che Saverio Caruso, l’autore, annunciò qualche anno fa dopo aver già dato in stampa “Scario Flash Back” e poi “Banduorm e Compagnia bella”, due raccolte di racconti e poesie dedicati al suo paese natìo, Scario.
Quella di Saverio è una storia umana in cui ci si può identificare in tanti: trasferitosi al Nord per motivi di lavoro, dopo “aver messo su famiglia” ed aver quindi realizzato gran parte dei suoi desideri, comprende il dispiacere di averlo potuto fare solo allontanandosi dal suo mondo ed acquisisce la consapevolezza di quanto la fiamma passionale dell’amore per la propria terra sia ancora più accesa che negli anni giovanili. Il suo amore per quella cultura assorbita inconsapevolmente dagli esempi del vivere quotidiano fino a divenire quasi una componente genetica non sparirà mai, per quanto congeniale possa essere l’inserimento in un altro contesto sociale.
Come spesso capita la storia narrata in un libro partorisce tante altre storie a secondo dell’interpretazione dei vari lettori; ciascuno di noi in base alle proprie esperienze di vita, alla propria sensibilità ne coglie aspetti particolari … a volte ignote anche allo stesso autore!
Questo è quello che capita anche per “Salvatore scomparso” dove l’evento raccontato è solo lo strumento per recuperare un mondo che è in via di sparizione; un mondo del quale molti aspetti già sopravvivono solo nei ricordi. La sparizione di Salvatore può interessare il lettore medio attratto dal thriller ma ancor di più chi tende ad una lettura più attenta che permetterà di scoprire tutto ciò che la metafora esprime. Il romanzo offre molto di più di un racconto che lascia una certa suspence: con la tecnica del flusso di coscienza e gli improvvisi interventi dell’io narrante è difficile risparmiarsi una serie di considerazioni sulle modifiche dello stile di vita e soprattutto delle relazioni sociali. Spesso quasi ci si dimentica dell’evoluzione dell’indagine tanto si è attratti dal recupero delle storie di altri personaggi … e poi è particolare il finale del quale, però, non sarebbe corretto parlarne con chi ancora non ha letto il libro.
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