C’era la festa della Lega a Pontida, quel 13 giugno del 2009. Matteo Salvini e’ in maglietta a mezze maniche, circondato dai suoi sostenitori. Alza il bicchiere di birra e fa partire il coro: “senti che puzza scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani…“. Sono passati giusto dieci anni e il Capitano incassa i voti anche di quelli che per anni ha chiamato terroni: 600mila preferenze in tutto il sud, 13mila a Napoli; recordman da Pescara a Palermo. Vola oltre il 30% anche a Riace, il comune che la sinistra ha battezzato modello d’accoglienza per i migranti e che evidentemente tanto modello non si sentiva, visto che Mimmo Lucano neanche ce l’ha fatta ad essere eletto consigliere. Matteo Salvini assieme alla vittoria si prende anche i simboli, lasciando a M5s e Pd le briciole.
Salvini, Lega sopra il 42% ad Amatrice e Arquata del Tronto
Il primo e’, appunto, Riace; l’altro e’ Lampedusa: la Lega vola al 45% anche se votano in 600 su oltre 5mila. E pero’ Pietro Bartolo, il medico di ‘Fuocoammare’ che va a Bruxelles con il Pd con 220mila voti, sull’isola prende 250 preferenze contro le 410 di Salvini. Altri simboli, altre vittorie: Lega sopra il 42% ad Amatrice e Arquata del Tronto, i paesi del terremoto di agosto 2016, e sopra il 50% a Macerata, la citta’ dove la morte di Pamela ha scoperchiato l’insofferenza diffusa verso gli immigrati. Un discorso a parte merita la perfomance dei Verdi, che spopolano in Germania e in Italia stentano. Il miglior risultato lo ottengono nel nord est, andando di poco sopra il tre, ma al sud e nelle isole i temi ambientalisti sono confinati sotto il 2%. E i cinquestelle? Due sorrisi, nella disfatta: a Vulturara Appula, il paese del premier, con il 49,82%. E nel feudo del leader, Pomigliano d’Arco. Di Maio aveva votato tra i sorrisi e le iperboli dei fan: “sei il Maradona della politica“. Ottiene un 44,59% e confina la Lega al 5,68%, anche se pure a casa sua in 351 preferiscono Salvini. Per il resto, solo dolori.
Al seggio di Beppe Grillo il Movimento viene scavalcato sia dal Pd sia dalla Lega
Tradisce Sant’Ilario, nella Genova del fondatore: al seggio di Beppe Grillo il Movimento prende il 13% e viene scavalcato sia dal Pd sia dalla Lega. E volta le spalle a Di Maio pure la Val di Susa, terra no Tav e dalla nascita del Movimento feudo grillino: a Chiomonte, il comune del (finora) unico cantiere italiano, la Lega e’ al 36 e i 5S al 23%, a Susa, 33,4% contro 26,5%. Salvini ha gia’ detto a lettere cubitali che il treno va fatto, ora sembra dirlo anche parte della valle. In casa Pd cantano vittoria. E visto come era uscito il partito dalle politiche forse e’ anche vero. Come e’ realta’ che le grandi citta’ del centronord, Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Roma, non hanno tradito. Ma il lato oscuro e’ nei dettagli: piccoli grandi segnali di certezze che crollano. L’Umbria, complice Catiuscia Marini, frana rovinosamente, con i dem che perdono 26 punti e la Lega che passa dal 2,5% al 38%; l’Emilia delle Coop che una volta era rossa e ad ogni elezione vira sempre un po’ piu’ verso il verde del dio Po e di Alberto da Giussano, che poi oggi e’ l’azzurro sovranista, regala il primato regionale al Capitano con il 33,8%, come il Lazio, dove il divario con il Pd e’ di 9 punti.
E la Toscana? Sono dolori anche li’, visto che il 33,51% e’, di fatto, una sconfitta: primo partito ma 23 punti in meno, mentre la Lega sale di 29 punti ed e’ al 31,48%. Un segnale chiarissimo, che si ripete tale e quale a casa di Matteo Renzi: Rignano sull’Arno volta le spalle all’ex premier punendolo con un -24% mentre la Lega sale dall’1,79% al 23,19%. Che non siano piu’ i tempi del 40% e’ evidente anche sulla spiaggia radical chic di Capalbio, altro simbolo che gia’ aveva mollato i dem alle politiche e che oggi conferma la sua scelta: 47,2% alla Lega, ventisei punti in piu’ del Pd. Poi c’e’ Moncenisio. Nel comune piu’ piccolo d’Italia e” andato a votare il 100% degli aventi diritto, 32 persone. La Lega prende poco piu’ del 34% ed e’ il primo partito con 11 voti. E gli altri? Sette voti ai cinquestelle, 5 al Pd. L’ennesimo simbolo che finisce a Salvini.