Le parole del ministro Matteo Salvini in merito all’uccisione di Marcello Bruzzese, fratello di un pentito, da parte di due killer.
“L’uomo ucciso aveva chiesto da oltre due anni di uscire dal sistema di protezione“. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, durante una conferenza stampa in Prefettura a Pesaro al termine della riunione del Comitato dell’ordine e della sicurezza, dopo l’uccisione di Marcello Bruzzese, fratello di un pentito, da parte di due killer.
In merito “all’omicidio della notte di Natale – ha aggiunto – sono in corso indagini, nelle quali non entro nel merito perché sono in corso analisi e rilevamenti per verificare le identità dei due responsabili e le motivazioni del crimine. Conto che possano essere resi noti prima possibile. Ricordo ancora che la persona uccisa aveva chiesto due anni e mezzo fa di uscire dal sistema di protezione“. Inoltre, “voglio ricordare che sul territorio nazionale sono 1.200 i collaboratori e testimoni protetti e ampliando ai familiari parliamo di 6mila persone, con ingente utilizzo delle forze dell’ordine“, ha proseguito il titolare del Viminale.
Salvini: “L’episodio di Pesaro è un gesto di estrema debolezza, non di forza”
Per il vicepremier l’uccisione di Marcello Bruzzese è “un segnale di disperazione e debolezza“. Ora “mafia, camorra e ‘ndrangheta agiscono dietro le scrivanie – ha evidenziato – facendo bilanci come se gestissero aziende, questo è un segnale sì preoccupante ma di debolezza, perché se ricorrono alle armi significa che si sentono in difficoltà“. “L’episodio di Pesaro – ha detto – è un gesto di estrema debolezza, non di forza. Un segnale di arroganza, di violenza ma di debolezza. Lo Stato è più forte e, alla fine, la battaglia sarà vinta. Se pensano di spaventare qualcuno, si sbagliano“.
“Questa non è terra di infiltrazioni mafiose, ma è terra sana che reagisce, dove i cittadini sono pronti a collaborare, a denunciare, a segnalare” ha rimarcato ancora Salvini evidenziando come nel 2018 nella Regione si sia registrata una diminuzione dei reati, -13% complessivamente e -30% dei furti nelle abitazioni. Dati che confortano “ma è ovvio che taluni segnali non vanno assolutamente sottostimati. Alcuni segnali di infiltrazioni criminali si stanno vagliando, ma far passare Marche e marchigiani come terra di criminalità organizzata è qualcosa che questa comunità non merita“.