Domani, venerdì 19 dicembre, il reparto di ostetricia dell’Ospedale San Gennaro chiude, eppure non si comprende ancora perché. L’ospedale San Gennaro è interno al Distretto Sanitario 29 e non è un semplice ospedale, ma una reliquia della storia della medicina meridionale e un edificio ad interessse storico, artistico e scientifico.
Si ignorano le ragioni sensate della chiusura dell’Ospedale San Gennaro
Le cronache dell’Ospedale San Gennaro si legano strettamente alla Basilica presente al suo interno e cioè quella di San Gennaro Fuori le Mura risalente al V secolo. Dopo un abbandono di quasi 1000 anni l’Ospedale rinacque nel 1468 come ricovero per gli appestati per volere del cardinale Oliviero Carafa e dalla peste del 1656, fu ampliato con un ospizio dedicato a san Pietro e a san Gennaro (di cui le statue di Cosimo Fanzago furono esposte all’esterno).
La storia scientifica dell’ospedale e le sue eccellenze
In seguito e per lungo tempo l’Ospedale San Gennaro è stato utilizzato principalmente come un Pronto Soccorso Generale, ma dal dicembre 2011 solo come Pronto Soccorso Ostetrico “per cui il ricovero ordinario, diurno o continuativo, avviene esclusivamente attraverso le liste d’attesa per i ricoveri programmati“. L’Ospedale San Gennaro ospita alcune strutture uniche e all’avanguardia nell’Asl Na 1 Centro, tra cui il Polo Onco-Ematologico, la Riabilitazione Cardiologica, l’Endocrinologia Medica e Chirurgica, il Centro Diabetologico di riferimento regionale, la NAD (Nutrizione Artificiale Domiciliare).
“Accanto a questi poli di eccellenza vi sono le altre Unità Operative che si occupano delle restanti discipline specialistiche mediche e chirurgiche. Inoltre il Presidio offre tutta una serie di prestazioni specialistiche a livello ambulatoriale, la maggior parte emanazione delle Unità Operative ivi presenti, fruibili anche dall’utenza esterna“.
Dopo tutto questo e prima dell’apertura del nuovo Ospedale del Mare di Ponticelli, in cui dovrebbero confluire tutti gli attuali presidi sanitari di quartiere, chiude l’Ostetricia del San Gennaro; perché? Per favorire le solite clientele e gli scatti di carriera di alcuni potenti?
Gli appelli delle forze politiche e delle associazioni cittadine al sindaco De Magistris
Come afferma la nota del gruppo consiliare del Prc-Federazione della Sinistra firmata da Francesco Ruotolo: “Da poche ore si è abbattuta nel rione Sanità la notizia della chiusura ad horas del Reparto Ostetricia e Pronto Soccorso Ostetrico dell’Ospedale San Gennaro, reparti che la mobilitazione popolare, dei sindacati, della municipalità Stella San Carlo all’Arena aveva fatto riaprire dal direttore generale dell’Asl Napoli 1, Ernesto Esposito, il 6 ottobre scorso, dopo una chiusura di circa tre mesi. Si tratta di un vero e proprio colpo di mano in contrasto con le scelte della Regione che ha sempre legato la chiusura di tali reparti alla contestuale apertura del cosiddetto Ospedale del Mare, ai confini tra Ponticelli e l’entroterra vesuviano“. Francesco Ruotolo sottolinea che bisogna “revocare immediatamente una decisione scellerata con la quale si intende tagliare uno degli ultimi presidi sanitari pubblici in cui, nell’area centro-orientale di Napoli, si può ancora nascere“.
La nota del Prc-Federazione della Sinistra prosegue che: “tanto più è inaccettabile tale sconsiderata decisione in quanto durante tutta la trattativa e il dialogo interistituzionale tra Asl Na 1, Comune di Napoli, III Municipalità, sindacati ed utenza si era convenuto di programmare l’apertura di una serie di presidi sanitari di prevenzione e cura, quali, ad esempio, Consultori familiari”.
Francesco Ruotolo “chiede al sindaco de Magistris, in qualità di principale responsabile della sanità pubblica, di intervenire ad horas affinché sia evitato questo squallido vulnus alla cittadinanza e alle istituzioni rappresentative quali il Comune e la III Municipalità, affinché qualsiasi scelta in materia sanitaria non segua l’irresponsabile logica aziendalistica, ma sia programmata, condivisa, affinché la sanità pubblica non sia distrutta ma posta al servizio non delle cliniche private, divenute dei veri e propri cesareifici, ma della cittadinanza, essendo tutti i luoghi di cura e prevenzione pubblica anche dei presidi di legalità”.
“È ben noto che sono oltre dieci anni che la Asl Napoli 1 sta smantellando giorno per giorno l’Ospedale San Gennaro, disperdendo e annullando le professionalità che lì hanno fatto scuola, sprecando soldi pubblici in quanto il reparto che si accinge a chiudere è stato oggetto di una riqualificazione e manutenzione straordinaria non più tardi di dieci anni fa (…)“.
“La cecità amministrativa dell’Asl Napoli 1 si accinge perciò a chiudere un reparto di eccellenza, favorendo qualche altro presidio sanitario che invece, benché fatiscente, non chiude; operazioni clientelari con le quali si costruiscono carriere ambite, con trasferimenti e altre manovre che hanno giorno dopo giorno depotenziato e umiliato l’Ospedale San Gennaro e il Rione Sanità nonché l’intera Municipalità. I reparti Ostetricia e Pronto soccorso ostetrico debbono restare aperti; inutile affermare che ivi si contano meno di 500 parti l’anno quando è la stessa Asl che negli anni ha programmato tale chiusura negando al reparto l’ecografo strutturale e concedendo trasferimenti clientelari. Quanto sia falsa l’affermazione che debbono chiudere i presidi ospedalieri con meno di 500 parti l’anno lo dimostra la recente chiusura del reparto maternità dell’ospedale Annunziata, chiuso benché vi si praticasse una medicina di eccellenza e benché vi fossero oltre 1.300 parti l’anno“.