Ricade oggi l’anniversario della morte di Sandro Pertini. 25 anni fa, ci lasciava, infatti, era il 24 febbraio 1990, colui che rimane, nell’immaginario popolare, di chi l’ha vissuto e chi no, “il presidente di tutti”. Questo grazie al suo impegno, sempre profuso, per l’Italia. Vivendo due guerre mondiali, la dittatura fascista e infine, finalmente, la democrazia repubblicana di cui fu un indubbio e indiscusso protagonista. Fu uno dei massimi esponenti dell’antifascismo prima e della Resistenza poi, perchè, come amava ripetere, “Non vi è libertà senza giustizia sociale e non vi è giustizia sociale senza libertà”.
Sandro Pertini, 25 anni fa la morte di chi è ancora “il presidente di tutti”
In piena contestazione studentesca del 1968, Pertini divenne, primo uomo politico non democristiano e di sinistra, Presidente della Camera dei Deputati. E, dieci anni dopo, in pieno terrorismo a pochi mesi dall’omicidio di Aldo Moro e della strage di via Fani, fu eletto Presidente della Repubblica. La Presidenza Pertini diede una nuova concezione della massima carica dello Stato, rinsaldando il legame con i cittadini. E tutto ciò, in anni per nulla facili. Ma, in tutte le occasioni, negative, come il terrorismo, le sciagure naturali, la crisi economica e sociale, o positive, come la vittoria nel Mondiali di Calcio del 1982 (con ancora negli occhi il suo “Non ci prendono più”), era sempre presente, l’immagine del Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Questa consapevolezza fece di lui il presidente più popolare e più amato da tutti gli Italiani. Indipendentemente dal credo politico. Poiché, come scrisse Indro Montanelli “Non è necessario essere socialisti per amare Pertini. Qualunque cosa egli dica o faccia, odora di pulizia, di lealtà e di sincerità”.
Resta vivo il suo appello ai giovani. Ancora oggi estremamente attuale: “… di difendere queste posizioni che noi abbiamo conquistato; di difendere la Repubblica e la democrazia. E cioè, oggi ci vuole due qualità a mio avviso cari amici: l’onestà e il coraggio. L’onestà, l’onestà, l’onestà. E quindi l’appello che io faccio ai giovani è questo: di cercare di essere onesti, prima di tutto. La politica deve essere fatta con le mani pulite. Se c’è qualche scandalo; se c’è qualcuno che dà scandalo; se c’è qualche uomo politico che approfitta della politica per fare i suoi sporchi interessi, deve essere denunciato”.