Visite a lume di candela negli studi medici per lanciare un messaggio alle forze politiche che, in questo momento, stanno discutendo la prossima Legge di bilancio. E’ la protesta inscenata ieri dalla Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg). Il sindacato chiede che la “salute dei cittadini non sia ignorata nei provvedimenti in discussione a sostegno delle imprese e degli studi professionali per sopperire ai costi del caro energia e dell’inflazione”.
“Impossibile – commenta la Fimmg – comprendere perché i medici di Medicina generale debbano essere esclusi dai provvedimenti che prevedono agevolazioni per le imprese, dal momento che il medico di Medicina generale non può adeguare le tariffe delle proprie prestazioni ai costi sostenuti essendo un servizio pubblico regolamentato da una convenzione con il Servizio sanitario nazionale, peraltro, ferma al 2018”.
In Campania sono stati più di 3mila i medici di famiglia che hanno aderito, più di 500 nella sola città di Napoli. “Per 15 minuti abbiamo acceso le candele nei nostri studi – hanno detto Corrado Calamaro e Luigi Sparano (Fimmg Napoli). Ogni candela accesa simboleggia le difficoltà e la richiesta di aiuto di un medico di Medicina generale e dei suoi pazienti”. La protesta messa in atto dalla Fimmg è stata pensata in maniera da non creare disagi all’utenza, ancor più in questo momento di picco dell’influenza stagionale e recrudescenza della pandemia.
“Altre forme di agitazione sarebbero contrarie al senso di responsabilità verso i cittadini assistiti. Ma il nostro allarme resta e non deve restare inascoltato: siamo al lumicino, interveniamo prima che la Medicina generale si spenga e con essa il Servizio sanitario nazionale”. Immagine simbolo della protesta, affissa sulle bacheche reali e social dei medici di medicina generale, tre candele che compongono la scritta SSN, ormai consumate dalla fiamma.
Poi, la scritta: “Più risorse, meno burocrazia, per i medici di medicina generale”. “Intervenire a sostegno della Medicina generale – conclude il sindacato – significa consolidare la colonna portante del Sistema sanitario nazionale, garantire a tutti i cittadini parità di accesso alle cure e a una medicina di prossimità. Nessun medico di Medicina generale smetterà mai di battersi per tutelare questi diritti e con essi il rispetto dell’Articolo 32 della nostra Costituzione”.
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