Cultura

A Santa Chiara scoperto un busto per Francesco II di Borbone

L’opera dello scultore è stata donata dal Real Circolo Francesco II di Borbone a nome del presidente onorario, il principe Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie

E’ stato scoperto oggi a Napoli nella Cappella Reale della Basilica di Santa Chiara il busto di Francesco II di Borbone, Re delle Due Sicilie, realizzato dal maestro d’arte Domenico Sepe in occasione di una celebrazione eucaristica presieduta da Sergio Galdi d’Aragona dell’Ordine dei Frati Minori.

L’opera dello scultore è stata donata dal Real Circolo Francesco II di Borbone a nome del presidente onorario, il principe Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie. Francesco II – sottolinea una nota dei promotori dell’evento – “ha incarnato, nella sua travagliata esistenza, la figura di uomo e monarca cristiano, testimoniando la sua fede incrollabile nella Divina Provvidenza come dispensatrice di gioie e sofferenze, accettandone con serena rassegnazione le traversie e l’umiliante esilio per 33 anni”.

“L’iniziativa- ha detto il presidente del Real Circolo Francesco II di Borbone, Paolo Rivelli – è stata realizzata anche grazie al supporto della Delegazione della Campania guidata dal barone Alfredo Buoninconti di Santa Maria Jacobi, ed ha avuto come esclusivo obiettivo quello di ovviare alla mancanza di una immagine dell’ultimo re delle Due Sicilie, proprio lì dove giacciono le sue spoglie mortali. Ciò anche in considerazione del fatto che del suo breve regno rimangono ben poche e rare rappresentazioni iconografiche.

LEGGI ANCHE: A Palazzo Reale tra i papiri ercolanesi della Biblioteca nazionale di Napoli

Altresì, intendiamo precisare che l’immagine di sua maestà Francesco II, da oggi posizionata nella Cappella Reale dei Borbone a Santa Chiara, servirà a tributargli il semplice culto riservato ai fedeli defunti in forma privata e in nessun caso comporterà atti di venerazione”.

Nato nel 150mo anniversario dell’Unità d’Italia, Il Real Circolo Francesco II di Borbone si prefigge di “colmare il vuoto evidenziato da una lettura storica del periodo ancora poco critica da una parte; da un revisionismo becero, polemico, e autolesionista dall’altra. Lontani dallo stereotipo del revanscismo, della lugubre e sterile celebrazione del passato fine a sé stessa, il Real Circolo, nel rivalutare le tradizioni, la storia, le radici e la cultura del Meridione, vuole essere proiettato nel presente e nel futuro, coniugando il bagaglio culturale con il progresso” si afferma nella nota.

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Redazione Desk

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