155mila bambini campani vivono ben al di sotto della soglia di povertà. È questo il dato inquietante che emerge dal rapporto annuale “Gli orizzonti del possibile” realizzato da “Save the Children“, la onlus che si occupa di garantire e tutelare i diritti dei minori, nell’ambito della campagna per il contrasto della povertà educativa “Illuminiamo il Futuro“.
Campania maglia nera per le condizioni di povertà dei bambini
I dati del 2013 assegnano alla Campania la maglia nera: i bambini in stato di povertà assoluta sono il 2,4% in più rispetto al 2012, e il 13,8% in più rispetto alla media nazionale. La Campania risulta essere la regione che offre meno spazi e meno possibilità ai ragazzi, sotto tutti i punti di vista. Le 40 mappe regionali elaborate da Save the Children tracciano un quadro completo che va dalle condizioni abitative alle opportunità di svago e di istruzione offerte ai minori in ciascuna regione italiana: in Campania ben 4mila 730 famiglie, sulle 65mila famiglie in tutta Italia, sono sotto sfratto e un minore su 4 vive in condizioni abitative inadeguate, in case con muffa o tracce di umidità; oltre l’80% delle famiglie campane è stata costretta, durante il 2013, a ridurre la spesa per alimenti o a comprare cibo in quantità inferiore.
Opportunità di svago e cultura bassissime per i minori in Campania
Non va meglio sul versante svago e cultura: il 63,3% dei bambini e ragazzi tra 6 e 17 anni non ha letto un libro durante tutto l’anno 2013, il 77,2% non ha visitato una mostra o un museo, l’84% non ha visitato un sito archeologico, l’82,5% non è mai andato a teatro e il 31,2% nemmeno al cinema; infine il 67% non ha mai viaggiato o fatto nuove conoscenze. Tutte percentuali, queste relative alla Regione Campania, che sono molto più alte rispetto alla media nazionale.
Anche istruzione e sport sotto la media nazionale
Male anche l’istruzione e lo sport: il 48,1% dei bambini e ragazzi campani tra i 6 e i 17 anni non pratica alcuno sport pomeridiano extrascolastico; per quanto riguarda l’affluenza scolastica, solo il 2,7% delle famiglie campane iscrive i propri bambini al nido a fronte del 13,5% della media nazionale; la diretta conseguenza di questo cattivo rapporto con l’istituzione scolastica è il fatto che il 22,2% dei giovani in Campania abbandona il percorso di istruzione dopo il diploma secondario, a fronte del 17% della media nazionale. A mancare sono anche le aree di gioco e ricreazione: a Napoli, dove circolano più di 6mila automobili per km quadrato, solo il 4% dei minori gioca libero in strada, e solo il 18% in un parco pubblico.
Save the Children: ripartire dalle periferie
Sono dati che meritano una attenta analisi e una profonda riflessione. La maggior parte dei minori vive nelle grandi aree urbane, e all’interno di queste soprattutto nelle periferie che, nonostante l’assenza di servizi e infrastrutture, accolgono sempre più famiglie di recente formazione, composte da coppie giovani con figli piccoli: è da qui, dalle periferie, che bisogna ripartire. La proposta di Save the Children è quella di realizzare delle aree ad alta densità educativa su modello delle Zones d’Education Prioritaires su modello francese, che permettano di ampliare l’offerta formativa scolastica ed extrascolastica per i minori utilizzando le risorse locali ma cercando di attrarre anche finanziamenti europei.
Un sostengo arriva dai Punti Luce di Save the Children
La quinta edizione dell’Atlante dell’Infanzia mette in luce però anche realtà che offrono un sostegno all’infanzia: esperienze come i Punti Luce di Save the Children, dove i bambini possono studiare, giocare, fare sport e intrattenersi in attività creative e, in caso di condizioni accertate di povertà, usufruire di una dote educativa che permette loro di acquistare libri, materiale scolastico, iscriversi a corsi di musica o di sport. Nel 2014 i Punti Luce hanno accolto circa 1800 bambini, e prevedono di accoglierne 4000 entro il 2015, con l’assegnazione di 1000 doti educative in più e l’apertura di nuovi Punti Luce.
Il Punto Luce di Napoli: ecco dov’è e cosa fa
Il Punto Luce di Napoli ha aperto i battenti il 20 novembre scorso: gestito in collaborazione con l’associazione Pianoterra Onlus e allestito negli spazi della chiesa di San Vincenzo, nel quartiere Sanità, accoglie minori dai 6 ai 16 anni, e mette a loro disposizione un internet point, sale di lettura e in cui svolgere attività scolastiche supportati dal sostegno, nonché laboratori musicali, teatrali, sportivi e di educazione all’uso dei new media.