Era prevista per oggi una seconda visita di Matteo Renzi a Bagnoli. Il Premier non c’è, ma i manifestanti che protestano contro il decreto legge 133/2014, meglio conosciuto come SbloccaItalia, sono tutti lì. 5000 persone in piazza, per un corteo che è partito alle 11 circa di questa mattina da Piazzale Tecchio a Fuorigrotta e che arriva a Bagnoli, presso Città della Scienza: “Bagnoli non si tocca. No alle speculazioni edilizie. Lottiamo in parlamento per una spiaggia pubblica, bando urbano e bonifiche subito“.
A Città della Scienza era prevista un’assemblea, ma al momento i manifestanti sono bloccati all’ingresso dal capo delle forze armate che, nonostante la presenza del vicesindaco e della giunta, non vuole farli entrare poiché sprovvisti di autorizzazione e perché nel posto è in corso un convegno medico. Aumentano le tensioni mentre Sandro Fucito, Assessore del Patrimonio, di Rifondazione sta parlando con le forze dell’ordine. Purtroppo però, la situazione è sfuggita di mano, è cominciata una grossa rissa e il lancio di fumogeni.
A manifestare contro il decreto numerosissime associazioni politiche e studentesche: tra i presenti ci sono gli studenti di Genova, quelli di Acerra contro l’inceneritore, i disoccupati, l’USB Campania, Cobas, Movimento 5 Stelle e Rifondazione Comunista, oltre al presidente della commissione vigilanza Rai, Roberto Fico e alcuni assessori comunali come Carmine Piscopo, Franco Moxedano, Sandro Fucito e il vicesindaco Tommaso Sodano.
Nella nota diffusa sui Social Network dai manifestanti si legge: “Il decreto legge 133/2014, meglio conosciuto come “Sblocca Italia”, è un violento attacco alle procedure democratiche per il governo del territorio ed al patrimonio urbanistico ed ambientale del nostro paese. Inserendosi nel solco della peggiore destra neoliberista, il governo Renzi avvia lo smantellamento delle norme che presiedono alla tutela del territorio, considerate un ostacolo al dispiegamento degli interessi del partito del cemento, dai costruttori alla finanza speculativa. L’articolato del decreto è una raffica di misure per la svendita del patrimonio immobiliare pubblico, la deregolamentazione degli interventi edilizi, il rilancio indiscriminato delle ‘grandi opere’, l’incentivazione degli strumenti finanziari a servizio della speculazione immobiliare, la promozione degli impianti per l’incenerimento dei rifiuti, l’agevolazione delle trivellazioni per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi, lo proliferazione di gasdotti e gassificatori.Dietro il governo Renzi ci sono le banche e Fintecna, la finanziaria statale proprietaria dei suoli ex IRI, che pretende di lucrarci senza pagare la bonifica. Ci sono i costruttori, Caltagirone-Cementir in testa, intenzionati a rovesciare tonnellate di cemento sull’ultimo litorale libero della città ed impadronirsi della riserva naturale di Nisida. C’è l’Idis-Città della Scienza, una greppia clientelare foraggiata con denaro pubblico, determinata a espandere i suoi tentacoli su spiaggia e parco. Proprio l’accordo per la sua ricostruzione, firmato ad agosto anche dalla giunta De Magistris (che ora piagnucola per essere stata messa nell’angolo) ha aperto le porte di Bagnoli agli squali della finanza e del mattone.
A contorno dei pesci grossi, la minutaglia locale di giornalisti asserviti, piccoli affaristi e clientele del Pd, col ruolo di corrompere ed ingannare la popolazione.
“Sblocca Italia” non produce lavoro e sviluppo ma precarietà sociale ed ambientale, devastando i territori e la democrazia, assestando un colpo pesantissimo alle condizioni di vita delle classi popolari. E’ un’operazione politica autoritaria, che testimonia la saldatura di interessi tra le centrali del potere economico-finanziario e le politiche del governo Renzi e del Pd. “
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