Arrestato il sindaco di Melito di Napoli Luciano Mottola. Per le indagini della Dia del capoluogo campano, coordinata dalla Dda, la camorra ha manovrato le ultime elezioni comunali. Oltre che nei confronti di Mottola le misure cautelari sono state emesse a carico di 18 indagati. Tra loro il presidente del Consiglio comunale, Rocco Marrone, due consiglieri comunali ed il coordinatore dell’azienda incaricata del servizio di igiene urbana. L’uomo è il padre di un consigliere comunale già candidato sindaco alle elezioni dell’ottobre 2021.
Il provvedimento è frutto delle indagini svolte dalla Dia di Napoli e coordinate dalla Dda a partire dalle notizie inizialmente acquisite sull’interesse della criminalità organizzata ad ingerirsi nelle elezioni del sindaco e per il rinnovo del Consiglio comunale di Melito di Napoli.
Il Gip ha ritenuto che, allo stato, dalle indagini siano emersi gravi indizi sull’esistenza di un accordo già per il primo turno di votazioni, svoltosi il 3 e 4 ottobre 2021, tra esponenti della criminalità organizzata operante in quel territorio – clan Amato Pagano – ed alcuni rappresentanti della coalizione a sostegno del candidato sindaco Marrone Nunzio (quest’ultimo non indagato) che avrebbero accettato la promessa, da parte dei referenti dell’organizzazione criminale, di procurare alla coalizione ed allo stesso candidato sindaco i voti degli appartenenti al clan, dei soggetti ad esso legati e dei residenti del rione popolare destinatari di pressioni ed intimidazioni, in cambio di danaro e di altre utilità nonché della disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze dell’associazione camorristica, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della conseguente condizione di assoggettamento omertoso derivante dal clan di camorra Amato Pagano, anche attraverso l’individuazione di candidati alla carica di consigliere comunale di riferimento del clan.
In questa fase sarebbe stato persino impedito l’esercizio dei diritti politici di una candidata al consiglio comunale costretta, con gravi minacce, quali l’allontanamento dall’abitazione o la chiusura dell’esercizio commerciale, a svolgere campagna elettorale non per sé ma per un candidato dell’opposta coalizione gradito al clan.
Dalle indagini sono emersi gravi indizi sulla circostanza che i rappresentanti della coalizione a sostegno di Mottola, in vista del ballottaggio, riprendevano l’ipotesi di concordare con gli esponenti del clan il sostegno al proprio candidato; già al primo turno, infatti, era stato rilevato il progetto anche da parte di costoro di richiedere sostegno al clan; tale progetto era stato accantonato in ragione della verificata conclusione di un accordo a favore della coalizione avversa guidata da Marrone Nunzio.
Esponenti della coalizione a sostegno di Mottola, quindi, accettavano la promessa da parte di Vincenzo Nappi, referente del clan Amato Pagano deceduto il 23 gennaio scorso in seguito ad un agguato di stampo camorristico, di procurare per il ballottaggio, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo, i voti degli appartenenti al clan, dei soggetti ad essi legati e dei residenti del rione popolare destinatari di pressioni ed intimidazioni, in cambio dell’erogazione a ciascuno di loro di somme di danaro ed altre utilità tra le quali la collocazione o la promessa di posti di lavoro.
Nel corso delle indagini sono, altresì, emersi episodi di compravendita di voti di consiglieri comunali in occasione delle elezioni (di secondo livello) per gli organi della Città metropolitana svoltesi il 13 marzo 2022. Sono stati, inoltre, individuati gravi indizi su alcuni episodi estorsivi posti in essere dagli affiliati al clan.
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