Il 6 novembre 2004 Antonio Landieri veniva ucciso durante una sparatoria in via Labriola, a Scampia. Altre cinque persone restarono invece ferite, poiché riuscirono a scappare, a differenza di Antonio, che aveva difficoltà nel muoversi per via della sua disabilità. Prima vittima innocente di camorra disabile.
Antonio con altri amici, tutti incensurati, erano lì che giocavano a calcio balilla nel loro solito bar di ritrovo nel rione dei Sette Palazzi. Era il 2004, periodo della Faida di Scampia. Era guerra fra i vari clan rivali per il controllo delle zone di spaccio. Dei sicari scambiarono infatti la comitiva di Antonio Landieri per un gruppo di spacciatori del rione e aprirono il fuoco. Antonio morì a 25 anni.
Ad Antonio gli furono poi negati i funerali pubblici, poiché a causa di indagini frettolose fu etichettato come un precorso criminale internazionale. Ma grazie alla famiglia e al cugino, Rosario Esposito La Rossa, oggi scrittore ed editore, dopo una lunga battagli giudiziaria per difendere la sua memoria, gli è stata restituita la sua dignità. E domani in sua memoria sarà inaugurato lo “Stadio Antonio Landieri”.
Il campo di gioco si trova in Hugo Pratt a Scampia. Qui sarà scopeta la targa che porta il suo nome, alle ore 11, con la presenza del sindaco di Napoli Luigi de Magistris, degli assessori De Giudice e Clemente e del prefetto incaricato del ministero dell’Interno per il contrasto ai roghi in Campania, Michele Campanaro.
Il rifacimento del campo di calcio è stato realizzato con la gomma riciclata da pneumatici fuori uso, possibile grazie al protocollo contro l’abbandono dei pneumatici nella Terra dei fuochi siglato da Ministero dell’Ambiente, Comuni e Prefetture di Napoli e Caserta ed Ecopneus.
Il 23 gennaio 2016 sono stati arrestati, su ordinanza del G.I.P. del Tribunale di Napoli, Cesare Pagano – ritenuto il mandante del gruppo di fuoco che uccise Antonio Landieri – e, come esecutori materiali, Giovanni Esposito, Gennaro Notturno, Davide Francescone e Ciro Caiazza.