Scampia è un territorio che merita di rinascere, e che ha deciso di farlo a partire dalle sue vittime: le vittime innocenti di una camorra che oggi gli abitanti di Scampia vogliono a tutti i costi sconfiggere. Rendendo omaggio ai suoi morti e facendo prevenzione e formazione tra i giovani. Questo il senso dei due eventi che questa mattina hanno animato viale della Resistenza, un nome non casuale, dalla palestra del maestro Maddaloni, un esempio del connubio tra sport e legalità, all’esterno della quale si è svolto il memorial per Gianluca Cimminiello, all’Auditorium di Scampia, che ha ospitato l’iniziativa “Voci contro il Crimine”, progetto dell’Istituto Interregionale delle Nazioni Unite per la Ricerca sul Crimine e la Giustizia realizzato in collaborazione con gli Assessorati ai Giovani e alla Scuola del Comune di Napoli.
Clemente: “I giovani portino avanti la memoria delle vittime”
L’emozione è tanta e palpabile nelle voci di tutti i protagonisti di questo giorno di festa, uomini e donne che quotidianamente si impegnano nella battaglia contro la criminalità organizzata e a favore della legalità. Da Susy Cimminiello, la sorella di Gianluca, che dopo 4 anni di dolore ha finalmente visto riconosciuta la memoria del fratello, vittima innocente di criminalità, al quale è stata dedicata una targa; a Gianni Maddaloni, che da sempre ha fatto della sua passione per lo sport un modo per combattere la violenza e la criminalità; agli assessori Anna Maria Palmieri e Alessandra Clemente, figlia di Silvia Ruotolo, che nel suo ruolo di assessore ai Giovani si impegna a veicolare i valori della legalità. “I giovani, forse più degli adulti, hanno la capacità di reagire quando viene loro fatto un torto, o sottratto qualcosa. Hanno un animo puro, che davanti ai soprusi fa in modo che loro si organizzino per combattere questo mostro che è la criminalità organizzata”. Giustizia, trasparenza, rispetto per la legge: i giovani possono insegnare tanto agli adulti.
Lepore: “Gomorra su Sky? Una vergogna, Scampia non è così”
E proprio da questi valori, dal ricordo doloroso delle proprie vittime, Scampia vuole, può e deve risorgere, come testimonia la massiccia presenza di delle associazioni territoriali (sportelli donna Dream Team Donne in Rete, Le Kassandre, Maddalena, Libera contro le Mafie, Fondazione “Silvia Ruotolo”, Coordinamento Familiari delle Vittime, Fondazione Polis, Cooperativa sociale Dedalus, FAI – Federazione Antiracket Italiana e SoS Impresa). E nonostante l’opinione pubblica e i media continuino a dipingere il quartiere come un luogo infernale. Una cosa che non va giù a parecchi, e soprattutto a Giovandomenico Lepore, procuratore della Repubblica proprio negli anni in cui a Scampia si accendeva la faida tra scissionisti e clan Di Lauro, che oggi ci tiene a sottolineare quanto sia cambiato il quartiere. “Resta sempre un posto problematico, ma non è come una volta, la criticità è rientrata. Ecco perché non mi piace, checché ne dica Saviano, che su una rete nazionale come Sky vada in onda una fiction come Gomorra che dipinge il quartiere come un far west. Questa non è la verità, Scampia è un territorio difficile, ma che vuole con tutte le sue forze risorgere“. E per capirlo, Scampia bisogna guardarla da vicino, attraverso gli occhi di chi oggi era lì, a testimoniare il suo impegno per il rilancio di una terra che oggi più che mai ha sete di giustizia.