Stava effettuando scavi clandestini nelle vestigia di un’importantissima e, soprattutto, sconosciuta chiesa medievale, in pieno centro a Napoli, sfruttando dei locali terranei nella sua disponibilità. A scoprire il luogo di culto e chi stava portando avanti in segretezza le attività è stato un imprenditore che però è stato anche individuato dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Napoli e dal pool Beni Culturali della Procura di Napoli (coordinato dal procuratore aggiunto Filippelli).
La chiesa, del XI secolo, è esempio estremamente raro, sono pochissimi, infatti, gli esempi simili presenti in Italia. I militari dell’arma hanno già sequestrato gli ambienti sotterranei adiacenti all’antica struttura religiosa e una imponente quantità di reperti già trafugati all’imprenditore-tombarolo ritenuto responsabile degli scavi clandestini che hanno consentito di scoprire, nel cuore di Napoli, le vestigia di una rara chiesa medievale completamente sconosciuta.
Secondo quanto riferiscono i carabinieri specialisti del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, ne se trovano pochissimi esempi simili sul territorio nazionale e la sua scoperta contribuirà ad arricchire il patrimonio di conoscenza inerente quel periodo della storia. Il sospetto dei carabinieri-specialisti del Nucleo Tutela Beni Culturali è però che l’imprenditore possa averne già traslocata una ulteriore parte.
La chiesa, databile all’XI secolo, si trova a circa otto metri di profondità: attualmente è visibile un’abside semicircolare affrescata, in discreto stato di conservazione, sulla quale è parzialmente identificabile l’iconografia del Cristo in trono con al di sotto decorazioni a velarium ed una iscrizione dedicatoria in parte già decifrata.
Dell’antico luogo di culto è emersa anche parte della pavimentazione realizzata in lastre di marmo bianco di spoglio. L’eccezionalità della scoperta restituisce al patrimonio pubblico i resti di un raro esempio di arte medievale di XI secolo, la cui decorazione riscontra delle similitudini con il vicino Sacello di Sant’Aspreno e si aggiunge alle non numerose testimonianze pittoriche del periodo medievale sul territorio nazionale.
Le indagini si sono avvalse delle competenze e contributo tecnico e operativo della Soprintendenza Archeologica alle Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli: ispezionati numerosi locali di proprietà dell’imprenditore, nel centro storico di Napoli, e sequestrati anche altri cunicoli sotterranei oggetto di scavi clandestini, pertinenti alle fondamenta di un palazzo settecentesco vincolato quale bene culturale di particolare interesse storico-artistico.
All’imprenditore napoletano sono stati inoltre sequestrati circa 10.000 frammenti ceramici di natura archeologica di epoca romana e medievale probabilmente provenienti dal settore suburbano dell’antica città di Neapolis, riconducibili anche ad altre aree non esplorate nel corso delle attività investigative.
Sono stati inoltre sequestrati 453 reperti archeologici integri di epoca romana, tra cui crateri a figure rosse, anfore, lucerne e pipe in terracotta, monete di epoca romana e medievale.
Il materiale recuperato e l’intera area sotterranea in sequestro, – assicura una nota – saranno oggetto di ulteriori indagini ed approfondimenti scientifici da eseguire di concerto con la competente Soprintendenza Archeologica della città di Napoli al fine di consentire la messa in sicurezza dei locali, la loro tutela e conseguente valorizzazione.
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