Grazie alle mappe realizzate dall’Osservatorio vesuviano (Ov) dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), in collaborazione con l’Istituto per l’ambiente marino costiero (Iamc) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Napoli, sono state scoperte nuove fumarole marine ai Campi Flegrei. Le emissioni di gas vulcanici nel super vulcano provengo da alcuni muri romani, antichi basolati e altri reperti di duemila anni fa sommersi nella baia di Pozzuoli, a nord di Napoli.
Nuove fumarole marine ai Campi Flegrei
La mappa, realizzata tramite strumenti ad alta tecnologia, simili a sonar e laser, hanno portato alla luce “aree finora sconosciute di emissione di gas vulcanici” afferma Renato Somma, ricercatore dell’Ov-Ingv. “Abbiamo ottenuto un’immagine senza precedenti del fondale marino della baia di Pozzuoli e rappresenta un contributo alla comprensione dell’evoluzione della caldera dei Campi Flegrei, un’area vulcanica attiva ad alto rischio, abitata da quasi un milione di persone” – continua il dott’ Somma.
Il direttore dell’Ov-Ingv, nonchè coordinatore del progetto Monica, Giuseppe De Natale, a proposito delle nuove fumarole marine ai Campi Flegrei, ha affermato che: “La baia di Pozzuoli costituisce la parte centrale della caldera dei Campi Flegrei, un’ampia struttura vulcanica che si è formata in seguito alle eruzioni vulcaniche dell’Ignimbrite Campana (la maggiore eruzione esplosiva avvenuta nell’area campana 39.000 anni fa) e del Tufo Giallo Napoletano (la seconda eruzione per importanza nell’area campana, di 15.000 anni fa). L’ultima eruzione è avvenuta nel 1538”.