In seguito al ritrovamento di uno studioso non professionista in una biblioteca di Cremona di una cartina d’epoca pluricromatica (una rarità per tutto l’Ottocento europeo) indicante le linee telegrafiche duosiciliane, e alla condivisione sui social della stessa, si è effettuata una importante scoperta per gli storici del Mezzogiorno e per tutti gli appassionati.
Un’associazione di Calvi Risorta, cittadina in provincia di Caserta, l’Archeoclub di Cales, in base ad analisi di settore del suo presidente Mesolella e di altri a suo seguito, ha scoperto che le rovine poste su di una stretta cavità del monte Visciano, in direzione Castello di Calvi – Teano – Gaeta, non sono sopravvivenze di fortificazioni militari di epoca precedente alla romanità ma un telegrafo visivo (detto di Chappe) di epoca borbonica, e precisamente databile al 1793.
Quest’ultimo era il borbonico edificio telegrafico di Chappe, il quale a sua volta era solo una parte della catena di vedette costiere del telegrafo visivo che da Terracina a Gaeta, passando per Sessa, Mondragone, Teano, Capua, Caserta, Napoli, Palermo, in tempo reale permetteva la comunicazione di messaggi in tutto il Regno delle Due Sicilie.
Il sistema di vedette con binocoli e bracci meccanici a tre pale hanno tenuto informato il Regno delle Due Sicilie con un determinato codice di lettere alfabetiche fino all’invasione sabauda. Il telegrafo visivo dell’abate francese Chappe era però solo un sistema parallelo e precedente al sistema più sofisticato e moderno di Telegrafi ottici di Depillon.
Il Regno delle Due Sicilie era in ultima istanza all’avanguardia nelle tecnologie per le comunicazioni e, per fare semplicemente un esempio, nella sola Sicilia erano stati eretti più di 100 stazioni telegrafiche elettriche, i quali con il codice dei punti e delle linee rosse tenevano in collegamento le città principali dell’isola. La Sicilia era inoltre collegata elettricamente al continente grazie ai cavi telegrafici sottomarini, (tecnologia di cui il Regno deteneva i brevetti) che attraversando il Canale di Sicilia raggiungevano, tramite Marsala e Pozzallo, l’isola di Malta. Un altra cavo elettrico sottomarino collegava Otranto con Valona e Costantinopoli in Turchia.