Scuola pubblica: a lezione di valori

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di Daniela Piccirillo

Scuola pubblica: a lezione di valoriIl Presidente del Consiglio, alla solita platea di accoliti, ha accusato gli insegnanti di inculcare “valori contrari a quelli della famiglia”. In quello stesso giorno, 26 quattordicenni rumorosi ed irrequieti di una scuola di Scampia di Napoli discutevano insieme a me di tolleranza, di convivenza, di rispetto, di incontro e di comprensione delle diversità.

Abbiamo svolto delle letture e la mia classe ha ragionato insieme a me di razzismo ed ha scoperto, attraverso un procedimento guidato, che la madre di tutte le intolleranze è l’ignoranza. L’ignoranza va a braccetto con la paura, e la paura diventa il generatore di insofferenza verso ciò che non si conosce.

Quegli occhi si sono accesi, tutti volevano intervenire, le mani che si alzavano per prendere la parola, ma la voce che precedeva il gesto, e quindi il caos, come al solito, ma quel caos creativo, da dove prendono forma le idee.

Mi sono sgolata per riportare puntualmente la calma, ma ero soddisfatta, l’argomento li prendeva. Abbiamo fatto un compito in classe sul razzismo, per far venire fuori ed esorcizzare quello che era successo nei giorni precedenti: in classe c’è Abadoul, immigrato con i genitori dall’Africa che si è beccato, durante l’agone sportivo sui campetti di calcio della scuola, uno “sporco negro”da un compagno di classe.

Tutti poi si sono dispiaciuti, ci sono state le scuse, ma non era una cosa che poteva passare così, per cui è da un po’ che ci sto lavorando. E poi, accanto ad Abadoul quel banco vuoto, dall’inizio dell’anno…
Ieri abbiamo letto un saggio dell’economista Stuart Mill sulla libertà ed i miei 26 ragazzi hanno scoperto che il rispetto delle diversità è la base di ogni libertà: non posso dirmi libero finché sono in una società che mi addita per le mie diversità, che non mi permette di essere me stesso. La diversità è ricchezza. Sempre.

Ecco, quello che vorrei dire all’eternamente frainteso Presidente del Consiglio che oggi, per la prima volta, dopo tutto l’impegno ed il lavoro attorno al rispetto, alla tolleranza, all’incontro, insomma a tutti quei dei deprecabili “valori contrari alla famiglia”, quel banco vuoto accanto ad Abadoul è stato spontaneamente riempito da un compagno che gli si è seduto accanto. La paura è stata superata. Un’ignoranza è stata colmata.

Ed un insegnante può, nonostante tutto e tutti, sentirsi ancora essenziale. Ma probabilmente, a lui che trovò “abbronzato” il presidente Obama, che ha ritenuto meglio essere sciupa femmine che gay e che sputa addosso alla scuola pubblica, quel giorno in cui si teneva in classe sua una lezione sul rispetto, era a fare filone.