Se il teatro batte il calcio. “Le voci di dentro” meglio di “Quelli che il calcio”

La rivincita della cultura è dietro l'angolo. Lo dicono i dati dello share di "Le voci di dentro". L'ultimo "mostro" da abbattere è Barbara D'Urso

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Gli italiani preferiscono il teatro. Strano ma vero. Soprattutto se a fargli concorrenza c’è il calcio. Eppure i dati degli ascolti della programmazione televisiva dell’ultima domenica pomeriggio parlano chiaro: il dramma “Le voci di dentro”, andato in onda in diretta su Rai 1 ieri pomeriggio alle 16,45 ha battuto tutti i record di ascolti, con uno share di oltre il 10,92% che ha sbaragliato anche la concorrenza “calcistica”.

I dati dello share parlano chiaro: gli italiani preferiscono il teatro

7,63% di share per Quelli che il Calcio, 10,21% per Novantesimo Minuto e solo 7,63% per Stadio Sprint. “Artefice magico” di questo successo, scrive Natascia Festa sul Corriere, “è manco a dirlo Eduardo”. De Filippo, ovviamente. La Rai, in occasione del trentennale della morte, ha deciso di fare ai napoletani in primis, e agli italiani tutti, questo splendido regalo: la trasmissione, in diretta dal Teatro San Ferdinando, casa artistica di Eduardo, di una versione inedita di “Le voci di dentro”, commedia degli equivoci e dramma sulla incomunicabilità umana, messa in scena per la regia televisiva del premio Oscar Paolo Sorrentino e interpretata magistralmente dai fratelli Servillo, Peppe e Toni, il quale ne ha curato anche la regia teatrale.

Ultimo baluardo da “battere”: Domenica Live di Barbara D’Urso

L’unica a resistere, imperterrita, al temibile attacco sferrato dalla cultura teatrale è stata Barbara D’Urso, che con il suo Domenica Live, contenitore di attualità e fucina dei gossip, ha superato di poco il 13% di share. Un dato che fa riflettere, ma che non deve scoraggiare. Il successo inaspettato di “Le voci di dentro” resta comunque u segnale importante, che parla di un’altra Italia, un’Italia diversa da come la dipingono i media, un’Italia forse molto più pronta di quanto si creda a recepire e accogliere con gioia e entusiasmo una televisione che torni finalmente a fare un po’ di cultura, oltre all’intrattenimento. Se solo la Rai si decidesse a rinnovare un po’ la sua programmazione inserendo, magari, qualche spettacolo teatrale in più… Così facendo, forse, nel tempo, si riuscirebbe a “rieducare” i telespettatori italiani al gusto e all’amore per il bello. A insegnare loro il valore senza tempo della cultura, e il potere del teatro. Magari addirittura a scalzare il primato indiscusso di Barbara D’Urso. Gli italiani, come detto, sono pronti. E la tv?