Serena Rossi in Mina Settembre 2: “Questo personaggio ha scaldato molti cuori”

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Serena Rossi torna nei panni dell’assistente sociale Mina, in “Mina Settembre 2”, la serie tratta dai racconti di Maurizio de Giovanni

Dopo il successo della prima serie, dal 2 ottobre su Rai1 Serena Rossi torna nei panni dell’assistente sociale Mina, in “Mina Settembre 2”, diretta da Tiziana Aristarco, e sempre liberamente tratta dai racconti di Maurizio de Giovanni. Una donna forte e decisa ma con le sue fragilità, sempre attenta ad ascoltare gli altri e ad aiutarli, in uno dei quartieri più difficili di Napoli.

Serena Rossi: “Secondo me la gente aveva proprio bisogno di vedere una protagonista donna così, pronta ad accogliere chi è diverso o ultimo, lei non ha giudizio, per lei gli ultimi sono i primi e penso che questa cosa commuova dento le persone, soprattutto in questi tempi difficili penso che un personaggio come Mina abbia scaldato molto i cuori”.

Nella prima stagione Mina ha scoperto che la sua migliore amica Irene è stata l’amante del padre e il figlio è il suo fratellastro. Oltre alle inquietudini familiari, c’è l’amore: divisa tra Claudio, l’ex marito, Giorgio Pasotti, e Domenico, ginecologo, Giuseppe Zeno, sembra ora decidere di riavvicinarsi al primo, salvo poi rincontrare il secondo per un progetto: delle lezioni di educazione sessuale in una scuola media.

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“Impareranno tanto anche loro dai più piccoli – spiega Serena Rossi – e si troveranno ad affrontare storie forti, penso alla disforia di genere, al bullismo sui social, insomma ci sono tanti temi molto attuali che parlano ai più piccoli”.

Torna il cast della prima serie ma ci sono due nuovi personaggi: Marisa Laurito nel ruolo di Rosa, la zia di Mina, e Antonia Liskova, in quelli di una psicoterapeuta. E c’è sempre Napoli, che ha un ruolo fondamentale.

Giuseppe Zeno: “Sono dei personaggi strutturati e collocati in una cornice scenografica straordinaria che ti permette di evidenziare tutti i sentimenti, Napoli è questo”. Giorgio Pasotti: “Una Napoli che finalmente non è la solita legata a violenza e criminalità ma una Napoli più sana, che lavora, di sani principi e forse c’era necessità di vedere anche quest’altra faccia”.