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La sfiga di viaggiare con Trenitalia

Per lavoro dovevo partecipare a un convegno a Milano con orari che mi permettevano di andare e tornare in giornata; ieri sera leggo sul sito Internet di Trenitalia che se fai un biglietto A/R nella stessa giornata paghi metà prezzo e penso che questa offerta potrebbe essere buona per me.

La giornata inizia subito male

Questa mattina alle 5.45 vado alla macchinetta automatica di Trenitalia della Stazione Centrale di Napoli e scopro che non è possibile acquistare la tariffa da me scelta. Dopo varie peregrinazioni scopro che tale tariffa si può acquistare fino alle 23:59 del giorno prima. “Perché?” chiedo e mi chiedo, ma non ci sono risposte. A questo punto mi tocca una bella andata e ritorno alla modica cifra di 190 euro, anziché 108 euro come sarebbe stato se avessi fatto il biglietto cinque ore e quarantasei minuti prima.

Il meglio deve ancora venire

Il ritorno lo fisso alle 16.25; il convegno dura oltre le aspettative, perdo il treno delle 16.25 e faccio il mio trafelatissimo ingresso in stazione Centrale di Milano alle 17.30. Il primo treno per Napoli è alle 18, dico tra me e me, benissimo, ora faccio il cambio prenotazione e via. Ma la macchinetta automatica ancora una volta mi dice no: “Cambio non possibile, biglietto scaduto”. Riesco dopo varie peripezie a parlare con un impiegato di Trenitalia e mi dice che il biglietto scade entro un’ora dall’orario di partenza, quindi devo rifarne uno nuovo alla modica cifra di altri 95 euro.

Proteste inutili

Io mi indigno e vado dal capotreno del treno delle 18, che con molta gentilezza mi spiega che queste sono le regole e che se salgo a bordo con il biglietto in mio possesso dovrò pagare non solo i 95 euro del nuovo biglietto, ma anche la multa per essere entrato in treno sprovvisto di biglietto (!). E quello da 95 euro che ho in mano? Scaduto, quindi Trenitalia mi considera alla stregua di un portoghese che cercava di imbucarsi…

 

SOLTANTO 145 euro

Al che io entro nel treno e quando arriva il capotreno mi commina regolare multa, io mi rifiuto di pagare e mi faccio regolarmente verbalizzare. La beffa finale è che nel tagliandino che mi viene consegnato sta scritto che dovrei pagare 311 euro (!!!)  di cui:

95 euro tassa (biglietto)

200 euro (soprattassa)

16,67 euro (sanzioni)

Per un totale di euro 311,67.

Quindi se sommo quello che ho già pagato: 190 euro, più la multa, il totale di questo maledetto viaggio a Milano mi costa la bellezza di 501,67 euro, l’equivalente di una settimana in Egitto o di una tratta A/R per New York. Non solo, ma in teoria Trenitalia dovrebbe farmi scendere alla prima stazione, cioè Roma, da dove dovrei prendere un altro treno (ovviamente pagando un ulteriore biglietto).

 

L’attenzione al cliente di Trenitalia e la rivincita di Fantozzi

Ma Trenitalia è notoriamente attenta ai propri clienti e ci tiene a trattarli bene:  quindi mi comunica che se concilio entro il 18 aprile, pagherò SOLTANTO (cito testualmente) 145 euro. Se invece provvedo al pagamento dal 19 aprile al 30 aprile pagherò SOLTANTO 195 euro. Leggendo mi viene in mente la mitica frase del ragionier Fantozzi: “Aahh, com’è umano lei…”.

Ma dato che il sottoscritto non è Fantozzi,  mi rivolgerò al mio avvocato per tutelarmi dai soprusi di cui ritengo di essere stato vittima. Spero solo che il mio ricorso non faccia arrabbiare ulteriormente e induca a far emigrare all’estero i nostri ambitissimi manager pubblici… Da cittadino italiano ci tengo tanto a che i nostri migliori cervelli rimangano in Italia a servire il Paese.

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Renato Votta

Renato Votta, co-founder di Road Tv. Negli anni Novanta, già girava i suoi format on the road, tra la gente. A distanza di quasi trent'anni, non ha ancora perso il vizio...

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