di Maria Stella Rossi – Se le fazioni repubblicane e democratiche al Senato USA sembrano ben disposte a raggiungere un compromesso per porre fine allo shutdown e sbloccare i fondi necessari per far ripartire la macchina federale, stessa cosa non può dirsi per il Congresso.
Dopo aver rinviato, nella giornata di ieri, per ben due volte il voto sulle proposte presentare, i deputati entro il 17 ottobre dovranno riunirsi e decidere. Il tempo scorre, le ore a disposizione sono poche e lo Stato Federale è ormai vicino al collasso finale.
Nonostante tutto però il leader democratico Reid e quello repubblicano McConnell sono ottimisti e vedono vicino il raggiungimento di un’intesta, tra cui sbloccare i fondi fino al 15 gennaio e alzare il tetto del debito pubblico fino al 15 febbraio.
E sulla questione, ancora una volta, è intervenuto Barack Obama, preoccupato soprattutto dalle valutazioni effettuate dall’agenzia Fitch, secondo la quale il rating americano è destinato a perdere la tripla A. “Sono fiducioso su una decisione dell’ultimo momento, ma non c’è molto tempo. Ai membri del Congresso dico di non pensare a fare manovre o a salvare la faccia. Non preoccupiamoci della politica ma di fare la cosa giusta.”
A fare da eco alle parole del presidente è stato anche un portavoce del Tesoro. “La decisione di Fitch riflette l’urgenza con cui il Congresso deve agire per rimuovere la minaccia di un default.” Mentre dalla Casa Bianca fanno sapere che “l’economia americana sta già pagando un prezzo per il mancato accordo su debito e shutdown.”
Nella giornata di oggi, intanto, il presidente Obama inconterà Jack Lew, segretario al Tesoro americano.
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16/10/2013