Un fallimento economico e umano. Non è una scena di “Monopoli”, ma la triste realtà odierna delle società di trasporto pubblico ed eclatanti sono i fatti dell’altra sera, segno che qualcosa ormai si è definitivamente rotto. I disagi della Cumana sono già noti a chi l’ha presa qualche volta o abitualmente: sovraffollamento, ritardi, troppa distanza tra le corse, arresti improvvisi; eppure mai come questa volta si è creato tanto caos.
Giovedì 31 ottobre oltre trecento pendolari tra studenti universitari, lavoratori, anziani e giovani madri attendevano la Cumana alla stazione capolinea di Montesanto, Napoli. Già da tabella il treno Montesanto/Torregaveta e viceversa passa ogni venti minuti, poi si aggiunge il fatto che la corsa precedente era saltata, quindi erano 40 i minuti di attesa.
Alla fine di una giornata lavorativa e di studio, la calca era pazzesca e si addossava sul cordone che separa la zona di attesa dai binari e alcuni dipendenti Eav che cercavano di mantenere l’ordine, a tratti venivano quasi travolti dalla folla.
Intorno alle 19:30 un treno arriva in stazione e si crea il caos tra i pendolari uscenti e quelli in attesa, poi le oltre 300 persone l’una addosso all’altra si ammassano negli obsoleti e fatiscenti vagoni della Cumana, che dopo essersi fermato a Corso Vittorio Emanuele, si ferma alla stazione di Fuorigrotta (vicino viale Augusto): una scena che si ripete spesso, soprattutto nei weekend. Solo che stavolta non c’è nessun modo di continuare, magari con un altro treno, anzi l’altoparlante comunica che a causa di un guasto è previsto il dietrofront per tornare a Montesanto.
Come mai il treno è partito per fare due sole fermate e tornare indietro? E perché è stato fatto partire se presentava già un avaria?
La discussione con il capotreno si accende in particolare con alcuni ragazzi di Bacoli che alle otto di sera dovevano rientrare da Fuorigrotta senza sapere come. “Non è un nostro problema, non possiamo dirvi nient’altro, noi ci fermiamo a Fuorigrotta, questo è quanto” la risposta degli addetti ai lavori.
Il nuovo messaggio dagli altoparlanti è il seguente: “Per sapere se il prossimo treno per Pozzuoli/Torregaveta è disponibile, bisogna attendere 50 minuti circa. Si consiglia di prendere in altri mezzi…”.
E oltre ai passeggeri partiti dal capolinea c’erano anche quelli saliti alla fermata del Corso Vittorio Emanuele.
“La Cumana è fallita, noi non ce la facciamo più, abbiamo seri problemi e non sappiamo come risolverli. Prendete mezzi alternativi, oramai non serve più a niente. Il servizio scomparirà a breve”: queste le frasi del personale della biglietteria a quanti chiedevano informazioni su quanto accaduto.
Dinanzi a chi fortemente indignato faceva presente di aver pagato biglietti ed abbonamenti, di avere urgenza di prendere il treno, di non disporre di altre possibilità per tornare a casa, gli stessi rispondevano indispettiti: “Noi non possiamo farci niente, non è un problema nostro, già facciamo tanto”
Dunque chi con un passaggio, chi a piedi, chi con la metro hanno abbandonato la stazione, altri sono rimasti ad attendere un’altra ora.
E i disagi continuano …
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