Napoli e Caserta sono le centrali dello spaccio di sigarette di contrabbando.
A dirlo le indagini commissionate dalle principali aziende produttrici di sigarette (tra queste spunta lo studio della Kpmg, una società di consulenza che ha lavorato su richiesta della British Tabacco, della Japan tabacco, della Philip Morris e della Imperial Tabacco).
I numeri parlano chiaro: nel 2015 in Campania la percentuale di prodotti illeciti è del 37 per cento. Questo significa che un pacchetto di sigarette su due è venduto illecitamente.
Zone come Forcella, il Pallonetto di Santa Lucia o Ponticelli sono solo alcune delle aree interessate a questo fenomeno che sembrava appartenere al passato.
Le sigarette di contrabbando non vengono più dall’America, come qualche anno fa, ma da altri paesi, quasi sempre dell’est europeo, Ucraina, Bielorussia…
Dietro questo contrabbando ci sono spesso oscuri traffici, fino ad arrivare anche al finanziamento di azioni terroristici e dentro questo tipo di sigarette illecite è spesso possibile trovare escrementi, insetti morti, muffe, percentuali elevatissime di piombo, cadmio, catrame. Costano meno, ma sono molto più nocive, per la salute, la sicurezza e l’economia di un paese intero.
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