L’allenatore scozzese si alzerà dalla panhina dello United, questa volta definitivamente e non per l’intervallo.
«È il momento giusto per una decisione molto difficile. Per me era importante lasciare la struttura nelle migliori e più forti condizioni possibili. Devo ringraziare la mia famiglia, per l’amore e sostegno. Mia moglie Cathy è stata una figura essenziale durante tutta la mia carriera. I tifosi? Sono stati unici». Queste le parole di Alex Ferguson, il guru della panchina.
L’allenatore scozzese, classe 1941, ha scritto, nella giornata di oggi, sul sito ufficiale dei Red Devils una nota in cui annuncia il suo ritiro a fine stagione. Ferguson ha guidato il Manchester United per ben 26 anni, in barba al viziaccio italiano, certo, ma non solo, di liquidare un allenatore dopo un paio di risultati negativi.
Il suo palmares parla chiaro, 38 trofei nazionali e internazionali, tra cui spiccano 13 Premier League, 2 Champions League, una Coppa delle Coppe e una Coppa Intercontinentale. La sua figura di vecchio saggio, ma imponente, non era solo quella di un semplice C.T. ma quella di un manager con carta bianca su tutte le decisioni importanti, dalla gestione dello spogliatoio al mercato.
Numerosi i messaggi di personalità di spicco del mondo del calcio, c’è grande stupore, per esempio, in Marcello Lippi: “Non me l’aspettavo. Non pensavo che dentro di sè avesse la voglia di smettere. Ci ho parlato tante volte anche negli ultimi anni e mi ha sempre detto che il calcio era la sua vita e che non aveva troppa voglia di tornare a casa dal ‘comandante’, ovvero sua moglie”.
Anche Michele Platini, Presidente dell’Uefa, è intervenuto sulla questione: “Sir Alex ha dato un enorme contributo al calcio, non solo in Scozia e in Inghilterra ma in tutta Europa e anche oltre”.
Quando un grande campione abbandona il calcio giocato è sempre una grande emozione, lo fu per Alessandro Del Piero di recente. Ma i campioni a volte non scendono direttamente in campo, ma è come se fossero lì. Alex Ferguson è stato un fuoriclasse, il più grande del suo tempo e la commozione per il suo ritiro equivale a quella che lascia un giocatore che ha deliziato le platee con giocate incantevoli.
Michele Longobardi
This post was published on Mag 8, 2013 19:52
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