di Maria Stella Rossi – L’ONU non ha dubbi, Bashar al Assad ha commesso dei gravi crimini di guerra e crimini contro l’umanità in Siria. A dirlo è Navi Pillay, Alto Commissario per i diritti umani, a seguito delle diverse inchieste portate avanti dall’organizzazione delle Nazioni Unite.
Tuttavia, adesso, a preoccupare non è solo l’accusa mossa contro il dittatore, ma anche la notizia lanciata poche ore fa dalla tv di Stato siriana. Pare infatti che un gruppo di Jihadisti abbia rapito dodici suore a Maaloua, un villaggio cristiano non molto lontano dalla capitale.
Dopo essere entrati nel convento di Santa Tecla, gli uomini avrebbero obbligato le ecclesiastiche di origine siriana e libanese a salire su delle autovetture che poi sarebbero partite puntando verso nord, probabilmente in direzione di Yabrud, una città controllata dai ribelli.
Nonostante la tv di Stato abbia commentando l’azione come un rapimento, monsignore Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco, ha smentito il tutto affermando che, come ha potuto apprendere dal Patriarcato greco-ortodosso, con molta probabilità le donne sono state costrette ad evacuare il convento con la forza, a causa dell’ottima posizione strategica in cui quest’ultimo è stato edificato.
Infatti non è la prima volta che Maaloua cade nelle mani dei ribelli. Già tre mesi fa il villaggio era stato conquistato da quest’ultimi, ma l’esercito siriano era riuscito a cacciarli via costringendoli a ripiegare sulle alture circostanti.
Attualmente del reale destino delle dodici suore non si hanno ancora notizie certe.
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02/12/2013