Visibilmente emozionato, Sorrentino sale sul palco insieme al protagonista e al produttore, rispettivamente Toni Servillo e Giuliano, 16 anni dopo l’ultimo italiano e al microfono parla senza riuscire nemmeno a guardare verso la platea: “Grazie a Toni e Nicola, grazie agli attori e ai produttori. Grazie alle mie fonti di ispirazione, i Talking Heads, Federico Fellini, Martin Scorsese, Diego Armando Maradona. Grazie a Napoli e a Roma, e alla mia personale grande bellezza, Daniela e i nostri due figli. Grazie a mio fratello Marco e mia sorella Daniela e questo è per i miei parenti, la famiglia Sorrentino.”
“Il mio Oscar da stimolo per cinema italiano”.
Ai giornalisti che lo circondano subito dopo la vittoria Sorrentino confessa: “Avrò bisogno di mesi per capire cos’è successo. Spero che l’Oscar serva da stimolo per il cinema italiano“. Spende due parole anche per la colonna sonora del film, la cui alternanza tra classica e dance è sembrata un po’ strana agli occhi dei giornalisti americani: “La musica del film è un semplice mix di musica sacra e profana, perché nella mia mente Roma è una città con questa grande caratteristica. E’ il centro del Vaticano, del mondo cattolico, e allo stesso tempo, c’è un mondo profano che lavora sotto il Vaticano“.
Ringraziamenti anche a Maradona.
Nel backstage Sorrentino racconta l’attesa prima della cerimonia: “Negli ultimi giorni ho sentito un senso di responsabilità nei confronti del mio paese perché troppe persone parlavano di questo premio. E’ stato un pò difficile da vivere, ma ora sono felice. Molto felice“. Ma perché ringraziare Maradona di fianco ai Talkin Heads, Fellini e Scorsese? “Sono quattro campioni nella loro arte che mi hanno insegnato cosa vuol dire fare un grande spettacolo, che è la base di tutto lo spettacolo cinematografico. Per me Maradona è stato molto importante. Sono molto emozionato e felice, non era scontato questo premio, i concorrenti erano temibili ora sono felice e sollevato”.