Spari contro la pizzeria Di Matteo, l’ordigno davanti alla storica pizzeria di Gino Sorbillo e quattro stese in meno di un mese. E’ scontro tra i gruppi criminali a Napoli
La sparatoria contro la pizzeria Di Matteo la scorsa notte, l’ordigno artigianale davanti alla saracinesca di Gino Sorbillo il 16 gennaio e poi quattro ‘stese’, raid armati con spari in aria, in meno di un mese. Il clima che si sta vivendo in questi giorni al centro storico di Napoli è alimentato dallo scontro tra due gruppi criminali. Il primo è legato al clan Mazzarella e l’altro al clan Rinaldi. Sono le due ‘super cosche’ a manovrare i ragazzi delle paranze che cercando di imporre il loro diktat tra i vicoli del centro storico. Secondo gli investigatori, chi ha messo la bomba a Sorbillo è lo stesso che ieri notte ha fatto fuoco contro Di Matteo.
Spari contro la pizzeria Di Matteo per intimidire le attività commerciali legate al turismo
Un’azione dimostrativa che punta a creare scompiglio e a intimidire tutte le attività commerciali legate al turismo, bar, ristoranti, trattorie, affittacamere. Lo spaccio di sostanze stupefacenti in zona è affidato quasi tutto agli extracomunitari che pagano quote per poter stare nelle piazze e vendere hashish, marijuana e cocaina. La scelta è dettata dal fatto che gli interessi adesso si sono spostati su altro e in particolare sulle estorsioni a tappeto da praticare su chi ha a che fare con i turisti sempre più numerosi. Altro affare che riaccende ogni volta lo scontro al centro storico di Napoli e’ legato alle estorsioni da imporre ai mercati rionali: si paga a settimana e si paga tutti.
I soldi del pizzo alla Duchesca, per esempio, così come hanno raccontato i pentiti, sono usati per pagare le famiglie dei detenuti. Le batterie di fuoco che hanno seminato il panico in queste settimane tra i Decumani, via Duomo, Forcella e i Tribunali hanno in comune l’età dei componenti, tutti giovanissimi, molti minorenni.