Meritocrazia Italia auspica la ratifica definitiva dell’accordo da parte di tutte le fazioni coinvolte nell’annoso conflitto, a beneficio dell’intera popolazione dell’area
Dopo lunghissime trattative, che hanno visto coinvolta anche la diplomazia italiana ed internazionale, il Sudan potrebbe essere giunto ad un punto di svolta che andrebbe a pacificare una delle aree, nell’ultimo ventennio, più travagliate del continente Africano e del mondo intero. Ieri , infatti, è stato sottoscritto uno storico accordo di pace tra il Governo Sudanese e il Fronte Rivoluzionario del Sudan (SRF), organizzazione quest’ultima che unisce gruppi ribelli degli stati sudanesi del Darfur Occidentale, del Kordofan Meridionale e del Nilo Azzurro.
Dopo quasi diciassette anni dall’inizio del conflitto in Darfur pare profilarsi, dunque, una nuova speranza per il popolo sudanese ormai stremato dal lunghissimo conflitto, che ha causato più di trecentomila vittime e circa due milioni e mezzo di sfollati. L’accordo di pace consentirebbe così il ritorno di milioni di persone nelle loro terre, la concessione di un’autonomia amministrativa agli Stati del Darfur Occidentale, del Kordofan Meridionale e del Nilo Azzurro e l’integrazione delle forze militari degli ex ribelli all’interno dell’esercito sudanese entro un periodo di 39 mesi.
Si pone così un ulteriore tassello fondamentale verso il completamento di un processo democratico, iniziato con la presentazione, nell’agosto del 2019, di una bozza di costituzione da ratificare entro il 2022, data fissata per le elezioni democratiche, in un Paese da sempre politicamente instabile che deve fare i conti con l’emergenza umanitaria più grande al mondo.
Meritocrazia Italia auspica la ratifica definitiva dell’accordo da parte di tutte le fazioni coinvolte nell’annoso conflitto, a beneficio dell’intera popolazione dell’area ed in particolare dei bambini che la compongono, le cui esistenze sono state sino ad ora troppo duramente vessate, augurandosi che l’accordo in itinere possa rappresentare il preludio di una transizione democratica in grado di garantire una pace duratura, nel fermo impegno delle rappresentanze locali e con il massimo sostegno di tutta la comunità internazionale.