Che il destino dello stadio Collana fosse incerto si sapeva, ma nessuno avrebbe mai ipotizzato che accadesse il peggio. E invece è proprio quello che è accaduto: lo stadio Collana chiude i battenti, oggi, improvvisamente, e non si sa fino a quando.
La comunicazione è arrivata questa mattina da parte del direttore dello stadio Giuseppe La Marca. Lo stadio che avrebbe dovuto essere il fiore all’occhiello del quartiere Vomero chiude i battenti. Il peggio è che a chiudere sono anche tutte le strutture interne allo stadio Collana (quelle che avrebbero dovuto renderlo un piccolo gioiello, un vero e proprio palazzetto dello sport): la piscina, la palestra in cui si svolgevano corsi di danza e judo, il campo di calcetto e, chiaramente, anche la pista di atletica che corre intorno al perimetro interno dello stadio.
Le ragioni della chiusura non sono state comunicate agli utenti, che semplicemente si sono trovati davanti a dei cartelli, affissi in vari punti dell’impianto, che avvertono che lo stadio è chiuso, non si sa perché, non si sa fino a quando.La causa dell’improvvisa chiusura però sembra essere l’inagibilità della struttura. È quanto emerge da una nota informativa inviata dal Comune di Napoli a tutte le società sportive che utilizzano lo stadio Collana. Nella notte tra venerdì e sabato alcuni calcinacci erano caduti all’esterno della struttura, dal lato di piazza Quattro Giornate, e pare che questa mattina un nuovo crollo di intonaco si sia verificato all’interno dello stadio, costringendo il direttore La Marca a chiudere. Il comune di Napoli ha di conseguenza allertato tutte le società sportive che svolgono attività all’interno dell’impianto: bisognerà fare i lavori di ristrutturazione. La domanda è: chi (e soprattutto quando) se ne occuperà?
I lavori di ristrutturazione del Collana infatti sono una materia di discussione molto controversa. La Regione Campania aveva indetto già un bando per l’assegnazione dei lavori allo stadio Collana già a ottobre 2014, ma poi il bando era stato misteriosamente ritirato in seguito a una richiesta del Comune di Napoli, nonostante la protesta delle associazioni sportive che già da tempo lamentavano le condizioni fatiscenti della struttura e segnalavano alle autorità la necessità di intervenire con lavori di ristrutturazione.
Il Comune chiese il ritiro del bando per l’affidamento dei lavori di ristrutturazione del Collana per valutare la possibilità di applicare la legge per il project financing, e quindi affidare la ristrutturazione a società di capitali. Ma all’epoca non mancarono i malpensanti, che intravidero in questa “pressione” del Comune sulla Regione un tentativo di “favorire” alcuni imprenditori a dispetto di altri. E soprattutto a danno di società sportive e cittadini, che, oggi più di allora, attendono con ansia una ristrutturazione che, se fatta quando fu indetto il bando, a ottobre, avrebbe probabilmente scongiurato il peggio, che oggi invece si è verificato: la chiusura dello stadio Collana.
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