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Stadio Collana: la lettera aperta di Sandro Cuomo

In questi giorni, si torna a discutere dello Stadio Collana, dopo un comunicato dei calciatori Fabio Cannavaro e Ciro Ferrara che hanno dichiarato di volersi impegnare nella riqualificazione della struttura vomerese.

Sandro Cuomo, allenatore napoletano ed campione di scherma, ha voluto rispondere ai due atleti. Ecco cosa ha scritto su Facebook.

Stadio Collana: Lettera aperta a Ciro Ferrara e Fabio Cannavaro

Cari Ciro e Fabio, oggi c’è stata la conferenza stampa di presentazione del vostro progetto sullo stadio Collana, l’accesso era riservato agli invitati ed agli organi di stampa. Io non sono stato invitato, quindi non c’ero, ma molti amici che hanno assistito mi hanno riferito i contenuti.

In primo luogo, tengo a precisare che io non “ce l’ho con voi”, assolutamente! Tifo Napoli da quando sono nato ed ho tifato sempre per voi, sia con il Napoli che con la Nazionale, e mi perdonerete se non ho più tifato quando siete passati alla Juve, pur continuando a seguirvi con affetto, in quanto napoletani.

Caro Ciro, mi è stato riferito che hai dichiarato che io frequento il Collana da 4 (quattro anni), millantando invece frequentazioni decennali. Avrei preferito non scendere su questo piano, ma devo precisare che ho iniziato scherma allo stadio Collana nel ’67, precisamente quarantanove anni fa, quando tu sei nato, e da allora non ho mai smesso di calcarne le pedane, resistendo a tutte le offerte economiche avanzatemi da società del nord quando cominciai a diventare bravino… Prima da atleta, poi da tecnico, in quello stadio ho trascorso gli ultimi 49 anni della mia vita senza interruzione.

Io non sono contro te o contro Fabio, vi stimo e vi apprezzo come sportivi e come persone, ma immagina di lavorare tutta la vita per portare la tua squadra ai vertici internazionali, e all’improvviso ti dicono che devi ricominciare da zero, ti trovi senza una sede, con duecento ragazzi ed altrettante famiglie che hanno riposto in te speranze e fiducia senza un luogo dove allenarsi, e senza progettualità… idem dicasi per tutte le altre Associazioni che lavoravano al Collana.

Io sono contro l’irriconoscenza istituzionale, perchè ritengo che chi ha fatto tanto per il proprio paese e per la propria città, abbia diritto ad un minimo di riconoscenza dalle Istituzioni per essere aiutato ad aiutare le nuove generazioni; sono contro la giustizia di forma e non di sostanza, che ha escluso la cordata di operatori interni al Collana per un vizio di forma scovato tra i cavilli giudiziari, e nemmeno pertinente al caso a detta di illuminati giuristi (TAR compreso); sono contro le revisioni arbitrali, dove il progetto sostanzialmente vincente, con l’offerta economica più alta, con il progetto gestionale migliore, con l’offerta tecnica migliore (come giudicato dalla commissione dedicata) viene escluso, a beneficio di un progetto perdente perchè più orientato al ritorno commerciale, a dispetto dello spirito stesso del bando di gara che intendeva privilegiare le attività sportive tutte. Non fraintendetemi, non critico chi fa business, assolutamente, ma credo che non sia moralmente giusto farlo con una struttura pubblica già ampiamente avviata, in un impianto che si è mantenuto a galla grazie all’impegno e al sacrificio di allenatori e dirigenti, con campioni del mondo, campioni d’italia, squadre in serie A, atleti paralimpici o semplici amatori che di punto in bianco vengono gettati fuori e abbandonati.

Nel mio Club così come nelle altre Associazioni che facevano capo al Collana, abbiamo atleti che potrebbero legittimamente ambire a conquistarsi un posto alle Olimpiadi e Paralimpiadi, ed il loro futuro dipende dalla decisione del Governatore. Perdonatemi, ma pur apprezzando la vostra dichiarata disponibilità a dialogare con le Associazioni (anche se fino ad ora non c’è stato alcun invito al dialogo da parte vostra…) non riesco a preferire soluzioni diverse dal ritiro del bando di gara, sperando di rientrare al Collana quanto prima per continuare l’opera iniziata e portare la mia città sul tetto del mondo…

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Rita Guitto

Vivo di cinema e letteratura e credo che il giornalismo sia un modo di essere, poi un lavoro. L’informazione è la giusta leva per far girare il mondo come dovrebbe.

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