Lo stadio Collana riapre i battenti questa mattina dopo la chiusura, avvenuta 10 giorni fa ad opera della Regione Campania, per “presunta” inagibilità della struttura che a fine novembre era stata interessata da alcuni crolli. La Regione aveva disposto in quell’occasione delle verifiche “dello stato dei luoghi per valutare gli interventi necessari a garantirne l’idoneità strutturale e l’adeguamento ai fini della sicurezza” dell’impianto, e il Comune di Napoli, proprietario della struttura in comodato d’uso gratuito, era stato costretto a mettere i sigilli allo stadio.
Ebbene, le verifiche si sono fatte, così come la messa in sicurezza delle facciate esterne e interne e delle pareti dello stadio: così questa mattina il Collana ha potuto riaprire, anche se non completamente. Sono tornate fruibili la piscina, il circolo del tennis, la palestra e le sale adibite alla pratica di vari sport, dalla scherma alla ginnastica artistica, così come la pista di atletica e l’ingresso al campo di calcio. Ma restano ancora chiusi il campo di calcetto, alcuni ingressi pedonali (vico Acitillo e via Ribera), il porticato interno e gli spazi dedicati al pattinaggio.
Dalla Regione arrivano parole confortanti. L’assessore al Demanio Ermanno Russo fa sapere che “sono stati eliminati i pericoli per la salute e l’incolumità sia pubblica che privata”, sia all’interno che all’esterno dello stadio. “Era quello che stava a cuore alla Regione”, proprietaria dell’impianto. L’assessore si dice fiducioso in una prossima riapertura totale della struttura che, a suo dire, avverrà entro 7/10 giorni. Una buona notizia per tutti i cittadini, del Vomero e non, che utilizzano l’impianto, e per le numerosissime associazioni sportive che lavorano al Collana e per gli 8mila atleti che usufruiscono dei locali dello stadio Collana per praticare sport.
La cattiva notizia è che però non è stata fatta luce sulle motivazioni che hanno spinto la Regione a decretare la chiusura dello stadio. Una chiusura giudicata “immotivata” dal Comune di Napoli, che nella persona del sindaco Luigi De Magistris ha espresso perplessità circa la decisione di chiudere l’impianto, dato che la caduta dei calcinacci, verificatasi lo scorso 29 novembre, aveva interessato un muretto perimetrale, che niente ha a che fare con la struttura del Collana nella sua interezza. Un crollo che in alcun modo, dal punto di vista del Comune, poteva rappresentare un pericolo per gli utenti dello stadio. E poi c’è la questione dei fondi per la ristrutturazione, mai avvenuta: il Comune dice che la Regione non ha approvato il suo progetto preliminare, da 5 mln di euro, “per i lavori di manutenzione, restauro e adeguamento funzionale del complesso sportivo polifunzionale Collana”.
D’altra parte, però, la Regione Campania aveva indetto ben prima un bando per i lavori di ristrutturazione del Collana: bando di cui il Comune aveva chiesto il ritiro, nell’attesa di valutare la possibilità di applicare la legge per il project financing, e quindi affidare la ristrutturazione a società di capitali. In questo gioco al rimpallo delle responsabilità, non si riesce a venire a capo della situazione. Di chi è la colpa dell’incuria in cui versa lo stadio Collana? E soprattutto perché i lavori di ristrutturazione previsti non sono mai stati fatti? Non si sa. Intanto lo stadio riapre parzialmente, e riaprirà completamente, si spera, entro le prossime due settimane. Ma della tanto attesa ristrutturazione, ancora una volta, nemmeno l’ombra.
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