“Dovesse ricapitare, non lo esporrei di nuovo. L’ho fatto solo per accontentare la richiesta di un cliente che me l’ha commissionato. Non ho pensato ai risvolti politici o ideologici, per me è solo lavoro“. Genny Di Virgilio, maestro pastoraio amico dei vip, è sorpreso davanti all’assalto dei media alla sua bottega di San Gregorio Armeno dopo che sui social è rimbalzata la foto della sua ultima creazione, la statuina di un Hitler col braccio teso esposto nel suo negozio tra un Icardi e un Valentino Rossi.
“Un lavoro che ho fatto su commissione – si affretta a precisare l’ artista nella cui bottega negli anni sono passati tra gli altri Berlusconi e Napolitano, Luca di Montezemolo e Diego Della Valle, da ultimo Luigi Di Maio pochi giorni fa – e senza pensare ai risvolti politici o ideologici, per me è solo lavoro“. Tra i personaggi della storia riprodotti in terracotta e messi in vendita c’è anche Benito Mussolini: “Ma quello ce l’hanno tutti – sottolinea – è un pezzo che si vende molto. Per me è solo lavoro, non c’è nessuna adesione ideologica. Qui sono venuti tutti. Non mi aspettavo tutto questo clamore per una statuina esposta solo poche ore sabato. Ma potessi tornare indietro ci penserei due volte prima di esporla al pubblico“.
“Hitler tra le figure del presepe? E’ una vergogna per la città, migliaia di turisti increduli la stanno fotografando diffondendo nel mondo un’immagine inaccettabile di Napoli. Il sindaco dovrebbe intervenire“. E’ l’appello di Tommaso Ederoclite, presidente del Pd partenopeo, che ha pubblicato su Facebook la foto della statuina sollevando un vespaio di polemiche sul web. “Non so cosa abbia mosso l’artigiano – dice – ma è assurdo accostare la figura di Hitler, emblema di ferocia e di violenza, con il messaggio di pace e di fratellanza universale che deriva dal presepe, simbolo della cristianità. Al di là dell’episodio, mi preoccupa che si rompano gli argini culturali eretti in Italia in 70 anni di democrazia. Si finisce per considerare accettabile, o a giudicare con superficiale ironia, qualcosa che rischia di erodere nel profondo le basi della nostra storia e della nostra convivenza civile“.
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