Il caso Stefano Cucchi è tornato alla ribalta in questi giorni in seguito alla sentenza emessa il 31 ottobre del 2014 dalla Corte di Appello di Roma che ha assolto tutti gli imputati ritenuti colpevoli della sua morte, compresi i medici, perché il fatto non sussiste. Stefano Cucchi, spacciatore 31enne, fu arrestato perché trovato in possesso di sostanze stupefacenti e processato per direttissima; morì 7 giorni dopo il suo arresto in circostanze che restano misteriose: il suo corpo recava i segni evidenti di percosse, oltre a un dimagrimento eccessivo dovuto a malnutrizione e a carenza di cure mediche. La Corte di Appello ha tuttavia assolto tutti gli imputati. Una decisione che ha suscitato la sconcertata reazione dei familiari e di tutta l’opinione pubblica, che si è ribellata a una sentenza giudicata ingiusta.
Il caso Stefano Cucchi continua a far discutere l’opinione pubblica
Ma non sono mancati anche i commenti a sostegno della sentenza della Corte di Appello. Sull’argomento non sono mancati i commenti anche di esponenti di spicco della società e della politica italiane. A colpire è la dichiarazione del senatore Carlo Giovanardi, ex sottosegretario con delega per la lotta alla droga e co-firmatario insieme a Fini della Fini-Giovanardi, la legge “proibizionista” del 2006, che equiparava droghe leggere e droghe pesanti inasprendo le pene per i possessori di sostanze stupefacenti (legge in seguito giudicata anticostituzionale e bocciata dalla Consulta). La stessa legge che, nel 2009, decretò la custodia cautelare e la successiva detenzione di Stefano Cucchi.
Ecco le parole di Carlo Giovanardi:
“Stefano Cucchi era in carcere perché era uno spacciatore abituale. Poveretto, è morto, e la verità verrà fuori, soprattutto perchè pesava 42 chili. La droga ha devastato la sua vita, era anoressico, tossicodipendente… E poi il fatto che in cinque giorni sia peggiorato… Certo, bisogna vedere come i medici l’hanno curato. Ma sono migliaia le persone che si riducono in situazioni drammatiche per la droga, diventano larve, diventano zombie: è la droga che li riduce così”.
La risposta di Erri De Luca all’ex-sottosegretario Giovanardi:
Le parole di Giovanardi non hanno mancato di destare scalpore in quella parte di opinione pubblica che considera Stefano Cucchi una vittima di stato. Anche Erri De Luca, celebre scrittore napoletano, ha deciso di dire la sua, rispondendo a Carlo Giovanardi con un breve scritto pubblicato su Liberazione, che non ammette replica. Eccolo:
“Il potere dichiara che il giovane arrestato di nome Gesù figlio di Giuseppe è morto perché aveva le mani bucate e i piedi pure, considerato che faceva il falegname e maneggiando chiodi si procurava spesso degli incidenti sul lavoro. Perché parlava in pubblico e per vizio si dissetava con l´aceto, perché perdeva al gioco e i suoi vestiti finivano divisi tra i vincenti a fine di partita. I colpi riportati sopra il corpo non dipendono da flagellazioni, ma da caduta riportata mentre saliva il monte Golgota appesantito da attrezzatura non idonea e la ferita al petto non proviene da lancia in dotazione alla gendarmeria, ma da tentativo di suicidio, che infine il detenuto è deceduto perché ostinatamente aveva smesso di respirare malgrado l’ambiente ben ventilato. Più morte naturale di così toccherà solo a tal Stefano Cucchi quasi coetaneo del su menzionato”.