Stefano Gargiulo: una melodia e un video per omaggiare Tim Burton

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Stefano Gargiulo: una melodia e un video per omaggiare Tim Burton
Stefano Gargiulo, giovane compositore di Capodimonte, ha composto il brano “Lilith’s Song“. La melodia, che rientra nel suo album “Netherworld“, è stata premiata lo scorso novembre al teatro Avalon di Hollywood, in occasione dell’ultimo “Los Angeles Music Awards“. Venti giorni di lavorazione, per tre minuti di video, realizzato interamente in stop motion, con personaggi fatti con plastilina.

Stefano Gargiulo, una dolce ninna nanna per Jack Skeleton

Inizia tutto con un violino. Una dolce ninna nanna per Jack Skeleton al chiaro di luna, un suono in crescendo tra le lapidi di un cimitero, con accanto  l’inseparabile cane Zero. Sullo sfondo, l’inconfondibile Collina della Luna a forma di ricciolo, che svetta sul Paese di Halloween. No, non stiamo guardando una scena inedita di “Nightmare before Christmas” il capolavoro di Tim Burton del 1993. Nè la musica in sottofondo è di Danny Elfman. “Lilith’s Song” è invece tutto made in Napoli, frutto del lavoro di tre ragazzi.

Stefano Gargiulo, dalle note alle immagini

E adesso Stefano Gargiulo ha deciso di tradurla in immagini. E l’ha fatto assieme al suo amico Mariano Daniele e la sua ragazza Myriam Millarca. “Abbiamo deciso di girare un videoclip – spiega –  che omaggiasse Tim Burton. Sarebbe un sogno per me, incontrarlo“. Il video è tutto fatto in casa. A parte il pupazzo di Jack Skeleton, ogni cosa è stata ricreata col das. La scenografia, realizzata da Mariano, proviene da un grosso paio di scarpe, appositamente sezionato e ridisegnato. Il pavimento, con motivo a scacchiera è stato ricreato, tassello dopo tassello, in argilla e il cancellato in ferro battuto che si nota all’inizio, proviene da una delle botteghe artigianali dei presepi di San Gregorio Armeno.
Il violino, suonato da Myriam, scandisce i movimenti a ritmo dei personaggi, fissati in bioadesivo. Qualche effetto speciale in postproduzione, un tocco di luci colorate e la magia è pronta. Trentatré anni, autodidatta polistrumentista e un’umiltà rara in questo mondo.

Stefano Gargiulo, una vita per la musica

La musica è parte integrante della sua vita. Dalle sue prime sei corde armoniche, approda presto al pianoforte e al violino. Poi alla batteria, all’ukulele, al flauto. Stefano si è formato sui classici di Mozart e Bach, per poi abbracciare il rock, l’etnico e gli spartiti dei compositori contemporanei. Un talento che, dopo il premio a Los Angeles inizia ad affacciarsi anche allargando platee italiane. Il prossimo 15 maggio sarà all’auditorium del Museo civico di Santa Caterina a Treviso. Si esibirà assieme all’orchestra giovanile della scuola Coletti e al gruppo dei “Cameratisti Veneti“, diretti dal maestro Placido Sanson.