Storie di uomini e di briganti dalla Sila | «Per conoscere un paese nella sua indole e nelle sue tendenze, fa d’uopo studiar non le classi colte ed educate, ma quelle in cui la natura è mantenuta affatto primitiva ed affatto vergine; e perciò i protagonisti dei miei racconti saran poveri contadini, e spesso servi di contadini, che son come il basso fondo della società calabrese» così scrive Misasi in Pria d’incominciare.
Protagonista di questi racconti è una Calabria popolata da contadini, pastori e briganti descritti minuziosamente nei costumi e nelle tradizioni. Natura e paesaggio calabrese sono protagonisti nelle vicende narrate, sopratutto la Sila, proscenio prediletto dove ambientare le vicende raccontate con molti riferimenti romantici in cui agiscono non solo brutali briganti e ignoranti contadini ma anche ingenue e innocenti fanciulle da conquistare o da difenderne l’onore con un pathos da commedia greca.
Nicola Misasi, nato nel 1850 a Cosenza da una famiglia della borghesia calabrese e formatosi prevalentemente da autodidatta, si trasferì a Napoli dove ebbe occasione di frequentare intellettuali del peso di Matilde Serao, Edoardo Scarfoglio e Salvatore Di Giacomo facendosi conoscere dal grande pubblico con i Racconti calabresi. Si stabilì, poi, a Roma dove aderì al gruppo letterario di Angelo Sommaruga e al socialismo di Turati e visse la questione sociale nella ricostruzione di vicende brigantesche, originate dalla natura dei luoghi e dalla miseria. Durante la sua vita scrisse più di cinquanta romanzi e circa 200 racconti.
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