Alla vista delle foto dei colpevoli, un nuovo testimone, riapre il caso della strage di Bologna: “Appena giunto in stazione mi trovai davanti a questo spettacolo che sembrava una scena di guerra, mi ricordai poi di una foto di repertorio della stazione di Bologna centrata da una bomba nel 1943 sul versante opposto, ed era identica.” E’ la testimonianza del fotografo bolognese Paolo Ferrari raccontata in un’intervista per il ‘’Corriere della sera’’ nel 2015 con la bellezza di 39 anni di dista, indagato l’ex Primula nera di Avanguardia nazionale, Paolo Bellini, autore di omicidi come quello del militante di Lotta Continua Alceste Campanile, informatore dei carabinieri e testimone di giustizia, per la Strage della stazione.
I magistrati sono convinti che in quel filmato appaia proprio Bellini e ora, con le nuove tecnologie, il primo passo sara’ quello di svolgere una perizia antropometrica su quel volto misterioso. E’ questo l’elemento principale attorno a cui ruota il nuovo filone d’indagine aperto dalla Procura generale di Bologna.
Quel giorno per molti italiani erano cominciate le ferie estive e Bologna rappresentava, come rappresenta ancora oggi, lo snodo centrale, “il cuore dell’Italia che viaggia”. Sempre quel giorno, però, qualcun altro aveva deciso di rovinare la vita alle famiglie di tutt’ Italia piazzando e facendo esplodere 23 chilogrammi di tritolo nella sala d’aspetto della seconda classe uccidendo 85 persone e ferendone altre 200. La tragedia fa crollare un tratto dell’edificio lungo 50 metri cosicché decine di persone rimangono sepolte vive mentre altre vengono letteralmente fatte a pezzi dalla bomba.
Della strage avvenuta il 2 agosto del 1980 è rimasta una ferita aperta nel cuore dei cittadini di Bologna. Dopo il processo, l’ accusa e trovato un capo espiatorio, la strage aveva finalmente ottenuto i volti da incolpare come quelli di Licio Gelli, Pietro Musumeci, Giuseppe Belmonte e Francesco Pazienza ; le famiglie potevano finalmente tirare un sospiro di sollievo, nonostante niente poteva riportare i loro cari indietro. Ma così non è stato.
<<Dimenticare quelle vittime è complottare con la stessa mafia>>.
Tessy Turino
Emanuela Bartoli
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