In silenzio, con gli occhi carichi di lacrime: così i parenti delle vittime e i superstiti della strage di Bologna hanno accolto la sentenza
Un’aula affollata eppure in un silenzio surreale ha accolto a Bologna la sentenza della Corte di Assise che ha condannato all’ergastolo l’ex esponente di Avanguardia nazionale Paolo Bellini per la strage alla stazione del 2 agosto 1980 che fece 85 morti e 200 feriti.
Bellini è stato condannato come quinto presunto esecutore dell’eccidio e per lui è stato disposto un anno di isolamento. Condannati anche l’ex amministratore dei condomini di via Gradoli Domenico Catracchia (4 anni) e l’ex capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel, accusati rispettivamente di false informazioni al pm e depistaggio.
In silenzio, con gli occhi carichi di lacrime: così i parenti delle vittime e i superstiti della strage di Bologna hanno accolto la sentenza. Unica concessione all’emozione un abbraccio e poche parole: “Giustizia è fatta – il commento all’Adnkronos- dobbiamo dire grazie alla Procura generale e ai nostri avvocati”.
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Bellini è stato dichiarato responsabile dei delitti a lui ascritti, uniti dal vincolo della continuazione e condannato alla pena dell’ergastolo con isolamento diurno per la durata di un anno. Piergiorgio Segatel è stato condannato a sei anni di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali e Domenico Catracchia, ritenuta la sussistenza dell’aggravante contestata, è stato condannato a quattro anni di reclusione. E’ quanto si legge nella sentenza della Corte di Assise di Bologna, firmata dal presidente Francesco Maria Arcangelo Caruso.
Tutti gli imputati sono stati inoltre condannati al pagamento delle spese processuali. Paolo Bellini e Piergiorgio Segatel sono interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e in stato di interdizione legale durante l’esecuzione della pena. Domenico Catracchia è stato interdetto dai pubblici uffici per la durata di cinque anni. Tutti gli imputati sono stati condannati al risarcimento dei danni conseguenti ai reati a favore delle parti civili.
In particolare Paolo Bellini è stato condannato al pagamento di una provvisionale esecutiva di 100.000 euro in favore delle parti civili che hanno perso un parente di primo grado o il coniuge, di 50.000 euro in favore delle parti civili che hanno perso un parente di secondo grado o un affine di primo o secondo grado, di 30.000 euro in favore delle parti civili che hanno perso un parente o un affine di grado ulteriore, di 15.000 euro in favore di ogni parte civile che abbia riportato lesioni e di 10.000 euro in favore di ogni parte civile che abbia un parente che abbia riportato lesioni.
Gli imputati sono stati condannati al pagamento delle spese processuali sostenute dalle parti civili non beneficiarie di patrocinio a spese dello Stato: Paolo Bellini nella misura del 90%, Piergiorgio Segatel e Domenico Catracchia nella misura del 5%.
“Mi aspetto la verità, non ero a Bologna il 2 agosto 1980, la signora Bonini può dire quello che vuole. Quel signore non sono io, ha una deformazione fisica che non ho”, aveva detto all’Adnkronos Bellini prima della sentenza.
“Sono 40 anni che i giornalisti mi massacrano, ho subito attacchi incredibili contro la mia persona – aveva aggiunto – Capo dei servizi segreti di chi? Cosa? Quando tornavo dal Sud America qui, quelli che dicevano che conoscevo andavano lì. Quando li avrei incontrati? Le prove ci vogliono, non chiacchiere, non illusioni. Credo nei magistrati, ma non in quelli inquirenti, non hanno sentito l’esigenza di farmi una domanda, una sola. E lo so perché, lo sanno anche loro; perché gli avrei smontato tutto in cinque minuti, con dati di fatto”.
“Sono fiducioso, mi aspetto l’assoluzione se siamo In uno Stato di diritto”, aveva detto dal canto suo all’Adnkronos l’avvocato Antonio Capitella, difensore di Bellini.