Sud Globalix, la musica che vede… oltre

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Sud Globalix, la musica che vede... oltre

Che ruolo ha la musica nella nostra vita? Una domanda amletica, “marzulliana” quasi, e che risuona prepotentemente da un po’ di tempo nella mia mente. Le risposte possono essere molteplici, ed ognuna con sfaccettature diverse dall’altra, ovviamente parliamo di un universo enorme da scoprire. Ma una cosa è certa: la musica può essere uno strumento utile per riflettere, per svegliare le coscienze, per spronare un po’ tutti noi a vedere ciò che normalmente non vediamo o non vogliamo vedere.

Ecco ciò che ho pensato dopo aver ascoltato alcuni brani dei Sud Globalix, un gruppo napoletano di cui credo si parlerà tanto a breve e per parecchi anni avvenire! Alessia, Giuseppe e Silvio, tre ragazzi che hanno fatto della musica sociale uno stile di vita, un esempio da seguire e far seguire. Ogni loro brano è un inno alla riflessione, non sono solo canzonette ( per dirla alla Bennato ) o classici tormentoni che, trascorso il tempo di una stagione, volano via al vento come una meteora, ma sono osservazioni contro la guapparia e la malacreanza, viste dall’occhio di chi riesce a guardare Oltre ogni cosa, ogni aspetto, compreso quello degli stereotipi sociali. Ogni realtà storica che si è succeduta nel corso dei secoli, ogni nuova ideologia di pensiero comune, è venuta a galla anche grazie alla musica, l’unione delle parole e delle melodie ha un grande potere se ci facciamo caso, ognuno di noi attribuisce a quelle parole e a quelle melodie ciò che più percepisce meglio e questo significa che la musica ha la capacità naturale di esprime valori che possono essere a sua volta condivisi e creare un’identità collettiva. Al giorno d’oggi davvero rare sono le canzoni dotate di un testo riflessivo, costruttivo … poche sono le canzoni che riescono a penetrare nell’Io, si bada ormai più all’apparenza, al business, che alla sostanza … tanti “fenomeni da baraccone” che mettono su parole a caso e musica orecchiabile ma che esprimono in realtà ben poco, al punto che dopo averle ascoltate ci si può domandare “ma che avrà voluto dire con quelle parole senza alcun senso logico?”. Per i Sud Globalix non funziona così, anzi! Ogni singola loro canzone, ogni singola parola di un loro testo, ha un significato ben preciso, che solo chi riesce a vedere Oltre capta subito. Ho avuto modo di incontrare la band pochi giorni fa, ad un bar, e, tra una bibita ed un’altra, ne è nata una vera e propria intervista:

Sud Globalix, un gruppo nato con degli obiettivi ben precisi: vi va di raccontarci la sua storia?

Silvio: Una storia … atavica direi. Ecco, in realtà è nato da un sogno, un sogno reale: una sera di qualche tempo fa sognai di trovarmi in una discoteca che si chiamava Como Globalix. Da lì è nato tutto, abbiamo conservato il termine Globalix unendolo a Sud perchè aveva un suo senso, visto che siamo del Sud. La sua finalità è principalmente quella di portare dei contenuti veri e che sentiamo nostri allo scoperto, in maniera artistica

Che ruolo ha la musica nella società secondo voi?

Giuseppe: la musica ha un ruolo davvero importante, soprattutto se pensiamo a ciò che ha rappresentato nel passato: un fenomeno di aggregazione ma anche un mezzo per veicolare messaggi sociali importanti ( pensiamo ad esempio a gruppi tipo Pfm, Led Zeppelin che attraverso la musica lanciavano dei veri messaggi inerenti naturalmente alla società dell’epoca ). Oggi ahimè c’è stato un grande processo di mediocrizzazione e quindi un po’ si è perso quel fine di un tempo … ecco che allora noi dei Sud Globalix ci teniamo molto a riportare in auge quel tipo di messaggi, anche in forma più leggera rispetto al passato ma con la stessa efficacia.

I Sud Globalix saranno protagonisti anche del nuovissimo videogame Napuland ( in uscita a fine 2024 ) con la colonna sonora … vi andrebbe di spoilerarci qualcosa in più di questa canzone?

Giuseppe: “ Addò sta Pulecennella” è il titolo, è stata scritta sì per rappresentare la trama del videogame ma anche per un’altra ragione: Pulcinella rappresenta anche la presa di coscienza del popolo napoletano, quella sorta di tristezza e frustrazione verso certe ingiustizie. Il titolo è una domanda in realtà, ovvero ci si chiede dove sta l’identità partenopea. La canzone è una denuncia verso il malessere sociale nei confronti di ciò che infetta la semplicità e la genuinità del popolo come l’inciviltà, la delinquenza, l’omertà … Diciamo che è una canzone che ben si presta a fungere da colonna sonora di Napuland, ma si può anche tranquillamente sganciare dal videogame.

La voce di “Addò sta Pulecennella” e delle altre canzoni dei Sud Globalix è di Alessia: chi è Alessia? Parlaci un po’ di te!

Alessia: sono una ragazza di 23 anni, definirmi cantante mi sembra riduttivo semplicemente perchè io sono nata con e nella musica ( ho imparato fin da piccola a suonare pianoforte, la chitarra, ho fatto danza classica … ) ed in ultimo mi sono specializzata in Musica studiando al Conservatorio e continuo ancora a studiare la materia visto che faccio anche lirica. Cerco di trasmettere con la mia voce delle vere emozioni, e ciò che sento. La musica per me è un mezzo per dire chi sono. Sembrerà strano che tratto generi apparentemente distanti ovvero lirica, rock, dark, ma non mi piace soffermarmi su un unico genere, e poi sono una persona molto curiosa e assetata di sapere, in più la musica è bella in toto, in tutte le sue sfumature,

Nel comporre le vostre canzoni avete miti di riferimento a cui vi ispirate?

Silvio: No. I “condizionamenti” sono stati tanti, ma per la composizione delle canzoni non ci ispiriamo a nessun artista, cerchiamo di attingere soltanto dalle nostre esperienze di vita, una prova sarà quella di ascoltare bene i testi delle nostre canzoni, lì dove si evince chiaramente l’esperienza del nostro vissuto, senza costruzioni artefatte. Poi è chiaro che noi veniamo da un background abbastanza vasto ( Pink Floyd, Led Zeppelin, musica classica  ) quindi inevitabilmente  c’è una sorta di rielaborazione inconscia dei contenuti acquisiti nella vita.

Io sono un grande fan del maestro John Lennon. Ecco, lui con Imagine ha creato un vero e proprio inno alla pace, alla fratellanza: la musica può unire le persone in un’unica grande ideologia?

Silvio: No. Direi di no, anche perchè purtroppo ( o fortunatamente, chissà ), la gente non è così tanto condizionabile, altrimenti il mondo sarebbe un Paradiso. Quello che in realtà può fare è stimolare le coscienze, ma non possiamo aspettarci che possa unire le persone. Può unire le persone della stessa ideologia che si rispecchiano in una canzone e nei suoi contenuti. O comunque può risvegliare delle coscienze dormienti.

Giuseppe: Ecco, Imagine è un vero inno alla pace, vero, ma ahimè non è riuscita a cambiare il mondo. La musica è adrenalina pura che può entrare nella coscienza ( non di tutti ) di persone che possono correre verso una direzione specifica.

Alessia: Anch’io mi associo ai miei colleghi, la musica non cambia il mondo, ma può fungere da collante.

Napul’è na carta sporca e nisciuno se ne mporta” cantava Pino Daniele … Ecco, so che tu Giuseppe come tutti voi siete molto legati alla battaglia contro l’inciviltà e la guapparia … Parola a voi!

Giuseppe: Le problematiche di Napoli andrebbero innanzitutto viste in senso molto ampio ed approfondito. Anche dietro a comportamenti di inciviltà o criminali possono esserci dei vissuti che hanno portato a diventare così ( cattivi esempi familiari, di amici o della società ). Io cerco di “recuperare il recuperabile” dov’è possibile, fermo restando che non sempre è possibile, alcune persone sono perse in questi contesti. L’idea di Napuland nasce proprio dalla voglia di recuperare i giovani con dei messaggi costruttivi, ridicolizzando il male ( identificato nel gioco con personaggi definiti Lutam ) e dare loro dei buoni esempi, non criticandoli sempre, a prescindere.

Alessia: Io mi soffermo su un dato oggettivo: il male di Napoli spesso non viene ridicolizzato ma anzi, viene esaltato! Pensiamo a ciò che ad esempio ci propina la Tv con serie tipo Gomorra o Mare fuori: chi si comporta male viene identificato come un “figo”, quindi il messaggio che viene dato ai ragazzi è proprio contrario! Come si fa a cambiare questo status se il male viene esaltato? Speriamo che con Napuland la gente apra un po’ gli occhi!

Silvio: Giusto ciò che dicono i miei colleghi. Ma se andiamo un po’ a “scavare”, notiamo che abbiamo degli esempi, e mi riferisco al Governo, che sono una sorta di associazione a delinquere! Allora come possiamo pretendere di educare i figli se il genitore dà loro il cattivo esempio? Il problema nasce a monte, dalla mancanza di volontà di avere una società migliore, dalla presa di coscienza. Il potente oggi  non è la persona che educa ma colui che distrugge. I rappresentati al Governo ( che mi piace definirli “amministratori” ) tendono solo a sfruttare il popolo a loro piacimento e tutti pensano che il cambiamento debba venire proprio da loro … no, noi stessi dobbiamo tutti esigere il cambiamento che deve partire in primis proprio da noi!

I grandi cambiamenti di Napoli nella storia sono avvenuti anche grazie alla musica ( basti pensare alla canzone ‘A palummella e o falcone per la cacciata di Ferdinando I ): la musica può fungere allora anche da sprono per cambiare ciò che non va?

Silvio: Certamente! Non fa il miracolo però … e mi ricollego al nostro brano che uscirà a breve “Statt zitt ‘o scè”. Un modo di dire tipico partenopeo per mettere a tacere e ridicolizzare l’interlocutore, detto anche spesso in forma bonaria. Il titolo è più che mai giusto per il messaggio che intendiamo dare con la canzone: non si è fighi perchè guappi! Con un testo ironico abbiamo messo in risalto l’animo di questi personaggi, e speriamo che chi lo ascolterà capirà il senso profondo delle parole, fermandosi a riflettere. L’augurio è quello che magari se il guappo avrà ascoltato la canzone ci pensa più volte prima di compiere gesti incivili. Il titolo è un po’ un modo di dire Basta, anche a chi ci governa, basta a dire o fare cose sbagliate, anche voi siete dei guappi!

Siete sempre d’accordo nelle parole e nella musica da adottare per una canzone?

Alessia: Non sempre, però ci confrontiamo. E la cosa interessante è che siamo appartenenti a generazioni completamente diverse ( sono più giovane dei miei colleghi ) e quindi le idee dell’uno e dell’altro possono essere utili per la buona riuscita di un testo! Le canzoni non nascono a tavolino, nascono in modo del tutto naturale in ognuno di noi e poi ci confrontiamo, ne nasce una sinergia perfetta. Giuseppe e Silvio ad esempio mi danno i loro input basati sulla loro esperienza, ed io i miei, basandomi sulle realtà attuali, quella dei giovani d’oggi che vivo di più, è importante il punto d’incontro tra “presente e passato”.

Tra le varie canzoni da voi composte o in fase di progettazione ce n’è qualcuna a cui siete particolarmente legati? E se sì, perché?

Silvio: Ognuno di noi credo sia legato ad una in particolare, io ad esempio ad una dal titolo “Na man ngopp ‘o cor”, per degli stati emozionali difficili da esternare con le parole.

Alessia e Giuseppe: noi entrambi siamo legati a “Stella luntana”, un testo sociale molto profondo, la voglia di evadere dal contesto in cui ci si trova, la meschinità, il degrado.

Dove arriveranno i Sud Globalix?

Giuseppe: dove c’è un limite, al cielo!

Silvio: Vogliamo arrivare al popolo, vogliamo essere capiti dal popolo. Il nostro successo è il successo del popolo che riesce a rimuovere i propri sentimenti nei confronti delle tenaglie che frenano, non è un puro successo di ego ciò a cui aspiriamo, Alessia: Vorremmo essere capiti da tutti.

L’intervista si chiude qui, sorseggiando l’ultimo caffè, e con la promessa di rivederci presto ad un concerto che unisca le coscienze di tutti. Nutopia è un sogno, ma, se è un sogno condiviso da tanti, può diventare realtà. Ad maiora, Sud Globalix!