Nel fascicolo dell’inchiesta che la Procura di Napoli nord ha avviato sulla morte di Tiziana Cantone, saranno acquisiti anche gli atti della causa civile che la 31enne aveva intentato appellandosi al diritto all’oblio e chiedendo a vari social e motori di ricerca di rimuovere i video hard diventati virali.
Suicida per video hard: Tiziana aveva ottenuto l’autorizzazione a cambiare cognome
Due mesi fa, a luglio, la 31enne aveva ottenuto l’autorizzazione a cambiare il proprio cognome acquisendo quello della madre. Era stata la stessa Tiziana ad avviare la pratica per quel cambio di identità, lo aveva deciso a novembre 2015, cinque mesi dopo la diffusione sul web del video hot che la ritraeva in momenti di intimità con un uomo. L’8 agosto scorso, poi, era arrivata anche la decisione del giudice del Tribunale di Napoli nord Monica Marrazzo che accoglieva parzialmente la richiesta di Tiziana, assistita dall’avvocato Roberta Foglia Manzillo, e condannava Facebook, Sem srl, Ernesto Alaimo, Pasquale Ambrosino e Rg produzioni a rimuovere i video e a versare in favore della ricorrente circa 21mila euro complessivi, condannando di contro anche la stessa Tiziana, considerata consenziente, al pagamento di circa ventimila euro complessive come rimborso spese in favore di Google ideas, YouTube LLc, Yahoo Italia, Citynews.