Torna a fare parlare di sé una piaga sociale che non smette mai di mietere vittime nella nostra società, il bullismo. A farne le spese questa volta è stato un ragazzino di appena 15 anni a Senigallia (An), Leonardo Calcina, il quale subiva ripetutamente derisioni ed angherie da parte di alcuni compagni conosciuti nella nuova scuola dove si era trasferito. Stanco, esausto ormai della situazione, avrebbe sottratto nottetempo da un armadietto blindato in casa la pistola d’ordinanza del padre (vigile urbano) per poi sparire nel cuore della notte. L’allarme da parte dei genitori è avvenuto poche ore dopo, ma ahimè troppo tardi: nella mattinata di domenica il corpo del ragazzo è stato ritrovato privo di vita in un vecchio casolare di campagna.
Giuseppe Lavenia, psicologo e presidente dell’Associazione Nazionale Di.Te. (Dipendenze Tecnologiche e Cyberbullismo) ha dichiarato al riguardo: “Il tragico suicidio di un quindicenne a Senigallia ha riacceso il dibattito sulla necessità di affrontare con urgenza il problema del bullismo nelle scuole e l’importanza di creare una rete di supporto psicologico stabile per i giovani. Il giovane, vittima di bullismo, ha utilizzato l’arma del padre per togliersi la vita, una scelta che pone drammaticamente sotto accusa un sistema che non è stato in grado di proteggere una vita fragile e vulnerabile. C’è una pistola che non avrebbe mai dovuto essere usata e un ragazzo di quindici anni che non avrebbe mai dovuto sopportare un peso così insostenibile“. Ora toccherà agli inquirenti far luce su questa triste vicenda, ma il dato evidente che emerge è quello del bullismo, questo male che si insinua prepotentemente nell’animo umano, e che uccide quanto una vera e propria arma da fuoco, non il corpo ma l’animo: non ci si rende conto purtroppo dell’impatto che gli atti di prepotenza possono avere sull’autostima, purtroppo spesso si tende a minimizzare. Una delle tante conseguenze nel soggetto vittima è di sicuro il suo allontanamento dalla società, la sua diffidenza verso il prossimo, e questo atteggiamento spesso non si placa neanche da adulti, compromettendo così le potenzialità di realizzazione personale, lavorativa e sociale della persona in questione. Intervenire precocemente è molto importante, soprattutto in virtù del fatto che parecchie persone pensano che il tempo sistema le cose: non è affatto così, se non in rari casi, dove il bullismo è caratterizzato solo da scherzi non aggressivi e dove è sufficiente un ascolto e il supporto da parte di persone adulte e dei propri cari.
Impariamo a prendere in seria considerazione l’impatto che le nostre azioni hanno sulla vita degli altri, il bullismo è un cancro, uno dei più dannosi della nostra società.