Teatro Augusteo – Gianfranco Gallo protagonista dello spettacolo “Un vizietto napoletano”

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Gianfranco Gallo
Gianfranco Gallo

Per garantire al meglio e in sicurezza la messa in scena di “Un vizietto napoletano” di e con Gianfranco Gallo, la PRIMA è stata posticipata a martedì 25 gennaio.

Gianfranco Gallo è protagonista al Teatro Augusteo di Napoli dello spettacolo “Un vizietto napoletano”, con Gianni Parisi, Gianluca Di Gennaro, e con la partecipazione di Salvatore Misticone, da venerdì 21 a domenica 30 gennaio. Lo spettacolo è prodotto da Prospet.

Scritto, musicato e diretto da Gianfranco Gallo, ispirato a “La cage aux folles”, con le scene di Flaviano Barbarisi, i costumi di Anna Giordano e le musiche di scena di Vincenzo Sorrentino. Nel cast anche Stefania Aluzzi, Lisa Imperatore, Gianluigi Esposito, Raffaele Parisi, Giosiano Felago, Nando Romano.

L’azione si svolge nell’anno del Giubileo, la politica gestisce fondi per ristrutturazioni di strade e palazzi da inserire nei percorsi da offrire ai pellegrini. Butterfly, artista omosessuale, è proprietario col suo compagno Antoine del locale Banana Blu. Purtroppo l’impresa non va più bene: tutto è invecchiato, come la stessa Butterfly e i quattro travestiti del corpo di ballo.

Tra i frequentatori del locale c’è Aristide, gay non dichiarato. “Nel 2000, anno del Giubileo, sentii di scrivere un lavoro ispirato a “La cage aux folles”, il testo del 1973 dal quale poi nel 1978 fu tratto il famoso film “Il Vizietto” – scrive Gallo nella sue note – Ho citato le date perché oggi, a distanza di quasi 50 anni dal lavoro di Molinaro e a più di 20 dal mio, le loro trame, il loro humus e le loro atmosfere sono diventate un vintage teatrale di inestimabile valore. Siamo nel mondo degli artisti gay en travesti, persone che vivevano una sessualità e una vita libera, senza problemi, in un’epoca in cui nemmeno si pensava di poter parlare di diritti, di matrimoni, di adozioni nell’ambito del mondo omosessuale, persone a volte imprigionate in un corpo a loro estraneo, altre volte potenti della loro cosciente ambiguità, ma sempre empatiche, estroverse, in superficie allegre”. (Ansa)